Zamparini, dalla scoperta di Dybala alla frecciata alla Juventus

Dybala e Zamparini

Maurizio Zamparini, presidente storico del Palermo e del Venezia, se ne é andato nelle prime ore di oggi, lasciando un vuoto incolmabile a livello umano e professionale nel cuore di tutti gli appassionati di calcio. Si perché “Zampa”, così spesso veniva abbreviato il suo cognome, era anche un grande talent scout, e noi, ancora oggi, stiamo godendo di fronte alle giocate di un calciatore brillante, negli anni della sua maturità calcistica. 

Di chi stiamo parlando? Di Paulo Dybala

In un’intervista rilasciata nel 2014 a Tuttosport, il vulcanico presidente Zamparini disse: “Uno così si scopre con il coraggio di credere nei giovani. Io ne capisco e prima di prendere un calciatore, lo valuto. Era così anche con Sabatini, il ds che capiva di più di pallone”.

Sulla brillante scoperta dell’argentino: “Cattani mi ha portato alcuni dvd, e da lì ho capito che dovevo acquistarlo. Non sempre si indovina, altrimenti avrei un club di fenomeni. Dybala aveva numeri impressionanti. Poco importava se stava giocando in B. Meglio, così non c’è concorrenza. Di Paulo apprezzai i colpi, vere magie. I campioni, del resto, si vedono subito, hanno gli occhi anche dietro alla testa, anticipano il gioco, si muovono come fossero nati in un campo di calcio”.

Zamparini con il suo pupillo, Dybala

Dybala, arrivato a Palermo per 12 milioni dall’Instituto de Cordoba, é il diamante che Zamparini, ha custodito gelosamente, “u picciriddu”, questo era il suo soprannome, impiegò due anni prima di esplodere e di diventare “La Joya”.

L’ex presidente dei rosanero, ha poi rivelato che avrebbe preferito non vendere il suo gioiello alla Juventus, che a suo dire non lo sta utilizzando nel miglior modo: “Avrei voluto venderlo al Napoli, ma De Laurentiis arrivò dietro ai bianconeri. Peccato però, che a Torino non abbiano valorizzato a dovere Dybala. Chi non lo mette nelle condizioni di esprimersi al meglio, vuol dire che non capisce di calcio. Trattare così Paulo è l’unico errore che imputo alla dirigenza della Juventus”.

Mancherà sicuramente un uomo diretto come lui, sempre attento alla carriera del suo gioiello, che ha costantemente seguito come se fosse un figlio, non le ha mandate a dire ad Allegri: “Sta distruggendo Dybala. Dybala è il calcio, Allegri no”.

LA GARA IN CUI I BIANCONERI SI INNAMORARONO DELLA “JOYA”

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