Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Nicolò Zaniolo è tornato a commentare l’inchiesta della Procura di Torino in seguito al caso scommesse che lo ha travolto: “Anche se poi tutto è andato bene, non è stata una cosa bella, ma non posso dire nulla sulle indagini. La cosa importante è che sia finita, però è brutto essere tirati in mezzo a una storia del genere senza avere fatto niente di grave. Ha presente come posso aver vissuto l’arrivo della polizia a Coverciano? Un incubo“.
Adesso però grazie all’oblazione, per Zaniolo tutto è finito: “Mi sento meglio naturalmente, ma avevo già cominciato a sentirmi così dopo l’incontro con la procuratrice, quando è stata accertata la verità di quello che dicevo. Paura? No, perché sapevo quello che avevo fatto. O meglio, che non avevo fatto. Chiariamo: io ho giocato su cose da casinò, ma non ho mai scommesso. Comunque ho sbagliato lo stesso, non posso negarlo, ma non sapevo fosse una piattaforma illegale“.
Il classe ’99 risponde poi così a chi gli fa notare di non aver trasmesso una bella immagine all’esterno: “Può essere vero, ma io rispondo solo per me stesso. E allora le dico che la nostra è una vita… come dire… a doppio taglio. Lo so abbiamo i soldi, possiamo permetterci cose a cui la maggior parte delle persone non può arrivare, però spesso siamo costretti a stare da soli”.
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