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Diverse altezze del pressing e occupazione dei mezzi spazi: il derby tattico

Nella partita d’andata si sono viste due caratteristiche nell’uscita palla a terra da parte del Milan: Kessie, schierato insieme a Tonali davanti alla difesa, si portava in linea con i centrali per mettere in inferiorità numerica le due punte nerazzurre e Ballo-Touré, sostituto di Theo Hernandez, si alzava fino alle trequarti sinistra dell’attacco rossonero. In questo modo Leao era portato ad abbassarsi per dare poi vita ad accelerazioni difficilmente leggibili da parte avversaria. Era un Milan con un attacco inedito, con Diaz a destra e Krunic sulla trequarti a comporre, con il giovane portoghese, il tridente alle spalle di Ibra. In questo modo si cercava di andare in parità numerica con i tre difensori dell’Inter più Brozovic. L’aggressività sì è vista più da parte rossonera, ma l’Inter non ha avuto grandi difficoltà a uscire dal pressing e a sfruttare il cambio di gioco da sinistra a destra, per bucare una fascia orfana di un laterale basso schierato molto in avanti. Situazioni che potrebbero ripetersi nel prossimo derby.

Questa volta sembra proprio che sia Kessie il giocatore incaricato di braccare Brozovic, con Selemaekers e Leao pronti a variare la loro posizione, esterna o nei mezzi spazi, a seconda della direzione delle proiezioni offensive di Calabria e Theo Hernandez. E proprio l’esterno francese può essere una delle armi più importanti di Pioli, anche per la capacità di creare superiorità numerica tagliando con facilità verso il centro. La scelta, da parte nerazzurra, di schierare Dumfries sulla destra, sembra proprio una scelta precisa per contrastare gli inserimenti di Theo. L’Inter sa risalire il campo con giocate di vario tipo, avanzando fino a posizioni molto alte Bastoni e Skriniar, sfruttando le corsie esterne in velocità e con i cambi di gioco, abbassando Calhanoglu in costruzione o, quando è il caso, alzando il pallone per le sponde di Dzeko per il suo compagno di reparto o per chi arriva da dietro. Un quadro tattico con mille ipotesi e variabili e con la consapevolezza che, molto spesso, è la giocata del singolo a decidere le partite, soprattutto le più equilibrate. 

da Mediaset Sport