De Zerbi e lo staff hanno lasciato Kiev in treno direzione Polonia
Roberto De Zerbi è uomo di parola: aveva promesso (le sue parole sono state confermate dal suo giocatore Junior Moraes al New York Times) che non sarebbe rientrato prima di aver messo in sicurezza i suoi tredici calciatori brasiliani – tutti con famiglie al seguito, il bambino più piccolo ha tre mesi – e così ha fatto. La buona notizia di ieri, all’hotel Opera di Kiev (di proprietà del presidente dello Shakhtar Donetsk, Rinat Akhmetov), è stata la partenza in treno verso la Polonia, dove poi prenderanno un aereo per tornare in patria, della folta comitiva sudamericana: l’ambasciata brasiliana è riuscita a organizzare un treno speciale per mettere in salvo il gruppo e arginare una situazione che si stava facendo critica. Non solo per le bombe e i missili, udibili ormai da giorni nelle capitale. Stavano ormai iniziando a scarseggiare i viveri e i pannolini per i bambini: si era a un punto di non ritorno e i cinque bresciani dello staff.
Ora però doveva partire anche De Zerbi ed il suo staff e così è stato. La partenza in treno (scortati dall’esercito ucraino) è già avvenuta, in anticipo rispetto ai programmi, alle 14.30 italiane, da Kiev verso Leopoli, al confine occidentale: da qui, dove arriverà in nottata (si prospetta un viaggio lungo), la truppa sarebbe intenzionata a dirigersi a sud in auto o in pullman verso l’Ungheria, da dove poi voleranno verso l’Italia. Ma potrebbero anche prendere un aereo dalla Polonia stessa. A Brescia, le famiglie – in contatto con i propri cari – seguono la vicenda con ansia crescente: il desiderio di vederli lontani dalla guerra convive con il terrore per i rischi del viaggio. Ora però Kiev è lontana e si spera sia un arrivederci, per poter tornare a fare calcio in un’Ucraina pacificata. Lo scrive il Corriere della Sera.
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