4 anni senza Astori: dopo una partita alla PlayStation il suo cuore si fermò
Udine, Hotel Là di Moret, 3/4 marzo 2018
La Fiorentina è arrivata da poche ore ad Udine, domani c’è una partita importante da giocare contro l’Udinese, un avversario ostico, che impensierisce e non poco la compagine viola.
Per “staccare” la mente, e stemperare l’ambiente, come durante ogni ritiro, Davide Astori è lì, a ridere e a scherzare con il suo amico, Marco Sportiello. I due, prima seguono Lazio-Juventus e poi Napoli-Roma in tv, in seguito si sfidano alla PlayStation per rilassarsi mentre si scambiano qualche parola sulle rispettive famiglie.
L’orologio dell’iPhone segna le 23:00, il match si avvicina sempre di più, è scattata l’ora del riposo, alcuni giocatori dormono in camere singole, altri in doppie. Davide si alza, saluta Marco augurandogli la buonanotte e si reca verso la sua stanza, la 118.
Qualche minuto dopo Sportiello si accorge che “Asto” ha dimenticato le sue scarpe in camera, decide così di mandargli un messaggio su WhatsApp “Hai dimenticato le scarpe da me”. Prontamente il capitano viola risponde: “Grazie ma non mi servono. Le prendo domattina prima di colazione”, erano le 23:34, cala il silenzio nell’hotel friulano.
È il giorno della gara, i giocatori si svegliano ed iniziano a girare per l’hotel, Pioli darà le ultime indicazioni e poi via, verso la “Dacia Arena”.
Ma… Sono passate le 9:30, Davide non si vede, ed è strano, è sempre il primo a scendere per la colazione. Davide è la precisione fatta persona, Davide è quello che dà l’esempio della squadra. Ma c’è un’aria particolare quella mattina, il vento è più gelido del normale, Sportiello avverte qualcosa, il suo amico non è andato a prendere le scarpe. Lo chiamano al cellulare ma dall’altro capo nessuno risponde, è in modalità silenziosa. Scatta l’allarme, il massaggiatore con qualcuno del personale dell’albergo salgono su, proviene un silenzio assordante dalla camera di “Asto”.
Sono minuti infiniti, i battiti accelerano, la porta viene aperta e… Davide è lì, che giace sotto le coperte, se ne è andato, sì, per sempre, se ne è andato con la sua solita compostezza, silenziosamente.
Davide ci ha lasciati sì, ma solo fisicamente, Davide lo sentiamo lì, lo immaginiamo lì, a guidare la difesa della sua Fiorentina. Non ci sono più gli stessi compagni in quell’11 viola ma qualcuno è ancora lì, al suo solito posto, ad alzare al cielo quella fascia “DA13”, a portare in campo quei valori che hanno guidato la sua carriera calcistica. C’è Biraghi, ha lui sul braccio quella fascia così preziosa.
Ma Davide è presente anche sui campetti sterrati di periferia, quelli dove corrono dietro ad un pallone bambini di ogni età, è lì a spingerli a credere nel sogno del gioco più bello del mondo, il calcio. Sì perché come disse Milan Badelj in uno dei momenti più toccanti durante la cerimonia funebre: “In realtà tu, Davide, sei il calcio, quello puro dei bambini”.
Ogni domenica al Franchi, quel minuto numero 13 sembra essere infinito, quegli applausi, quella commozione, quei brividi sono tutti per te Davide, per il calcio che ci hai lasciato. Oggi lo immaginiamo correre felice per i campi del Paradiso con quel suo splendido sorriso. Firenze non lo dimenticherà mai, sarà sempre vivo nel cuore di chi ama con purezza questo sport.
Ciao Davide 💜