Quando il Venezia è tornato in Serie A la scorsa estate, tutti l’hanno indicato, con la Salernitana, come tra le principali indiziate per una ricaduta repentina in Serie B. La squadra di Zanetti, invece, ha sorpreso in positivo gli appassionati di calcio: rispetto alle squadre che lottano per la salvezza, i lagunari hanno abbracciato un’idea di gioco non difensivista, ma protesa a cercare il palleggio e costruire le azioni da gol con reti di passaggi e lanci in profondità, sfruttando la velocità e la tecnica di giocatori come Johnsen, Aramu e Okereke, a cui si aggiunge la fisicità e l’abilità nel gioco aereo di Henry.
Eppure, nonostante risultati prestigiosi come la vittoria con la Roma e il pareggio con la Juventus, gli uomini di Zanetti hanno spesso dei passaggi a vuoto preoccupanti che mettono a nudo le difficoltà di una squadra giovane, ma anche ingenua e con poca esperienza in un contesto diverso da quello della Serie B. Un esempio? Nell’ultima partita con il Sassuolo, il Venezia ha concesso 3 calci di rigore agli avversari e alla prima in Serie A, contro il Napoli e con un uomo in più praticamente per tutta la partita, ne aveva già concessi due con dinamiche molto simili tra loro.
Tanta corsa ma pochi tiri. Perché?
Questo non vuol dire che la squadra di Zanetti meriti la retrocessione o sia destinato a questa. Al contrario, è una delle squadre che ha percosso più chilometri in Serie A: in media sono circa 110.006, occupando la quarta posizione. Tuttavia, è prima per parate effettuate (115) e ultima per tiri totali (112). Cosa vuol dire? Semplice: il Venezia corre tanto, ma a vuoto perché non è in grado di arginare con successo la fase offensiva degli avversari. In questo modo si stanca facilmente e la lucidità in fase di impostazione e nella manovra offensiva viene meno, comportando un numero di tiri così basso. Se si considera, poi, che una neopromossa come l’Empoli corre meno, subisce meno, ma segna di più, è evidente che il problema del Venezia sia dovuto a un sistema di gioco che non riesce più a sopportare l’urto non solo contro squadre più attrezzate come possono essere Napoli o Milan, ma anche con squadre con cui potrebbe giocarsela per i tre punti (o almeno un pareggio) come il Sassuolo, da cui è stato surclassato (un’altra squadra che corre poco, subisce poco e segna molto).
La fase calante dei lagunari è iniziata quando sono venute meno le geometrie e le qualità del suo uomo più importante, Mattia Aramu, che ha “coronato” la sua fase discendente con il rigore malamente sbagliato contro la squadra di Dionisi, che avrebbe riaperto il match, e un’ammonizione che gli farà saltare la prossima gara per squalifica.
Photo LiveMedia/Ettore Griffoni Venice, Italy, March 06, 2022, italian soccer Serie A match Venezia FC vs US Sassuolo Image shows: Venezia’s head coach Paolo Zanetti LiveMedia – World Copyright
Quale soluzione per il Venezia, dunque?
Con gli uomini che ha a disposizione, è difficile immaginare un sistema di gioco diverso per la squadra di Zanetti; di sicuro va migliorata la fase difensiva e le distanze tra i reparti, in modo da recuperare rapidamente il pallone e puntare la porta avversaria. Ciò, però, potrebbe non bastare: bisogna migliorare la percentuale di tiri effettuati per poter sfruttare anche eventuali ribattute o deviazioni. In conclusione, quando gli attaccanti del Venezia vedono l’angolo di tiro libero, devono farlo partire senza indugiare.
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