Stadio Bentegodi di Verona. Per il Milan è la terzultima fermata del viaggio che potrebbe portare al diciannovesimo scudetto, per i veneti un’occasione per avvicinarsi a un record e confermarsi ancora una volta “fatali”. Dopo la vittoria in rimonta dei rivali dell’Inter, Pioli ha l’obbligo di far risultato in uno stadio storicamente ostico per i meneghini. Nel 1973 un pesantissimo 5-3 sul campo dei gialloblù impedì al Milan di Rivera di laurearsi campione d’Italia all’ultima giornata del torneo, mentre nel 1990 fu il Napoli a gioire del passo falso di Sacchi, che perse 2-1 al penultimo turno. Più di trent’anni dopo, Verona–Milan, il sessantesimo faccia a faccia in serie A, è di nuovo un match che vale il tricolore. Il bilancio dei precedenti vede avanti i lombardi, con 28 vittorie totali di cui quattro nelle ultime sei sfide; solo 10 i successi veronesi. Inoltre la squadra di Pioli è reduce da due vittorie consecutive allo stadio Bentegodi e non ne ha mai trovate tre di fila nella sua storia. Dopo la remuntada dello scorso ottobre a San Siro (da 0-2 a 3-2), i rossoneri potrebbero battere il Verona sia all’andata che al ritorno per la prima volta dopo vent’anni. Nella stagione 2001-02 arrivarono infatti due trionfi per 2-1.
Il Verona di Tudor è però un osso duro e cerca due imprese: centrare il record di punti in serie A – basta una vittoria da qui alla fine – e soprattutto il settimo posto in classifica, che potrebbe diventare valido per l’accesso alla prossima Conference League. Gli scaligeri, vittoriosi a Cagliari nell’ultimo turno, non mettono in fila due successi da gennaio, ma hanno trovato il gol in tutte le ultime dieci partite casalinghe. Una striscia che Tudor vuole allungare anche contro la muraglia milanista, che nelle ultime otto ha subito soltanto una rete (primato in Europa) con sette clean sheet (al pari del solo Liverpool).
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