Scrive TMW, Martin Erlic, intervistato da SportWeek, racconta le sue origini e la sua infanzia, nella Croazia post guerra: “Sono del ’98. La guerra nella ex Jugoslavia era finita, restavano solo macerie. L’abitazione dei miei era stata distrutta da una bomba, così si erano sistemati nella stalla dove tenevano gli animali. Lì sono nato io, in mezzo alle galline e ai maiali. Ci siamo rimasti per due o tre anni, prima che, mattone dopo mattone, papà ricostruisse la nostra casa. Vengo da una famiglia di contadini. Non so come faccia mio padre ad alzarsi ancora oggi alle 4 del mattino per andare a lavorare la terra, e rientrare al tramonto. Lui è l’esempio più grande che io possa sperare di avere. Perciò in queste foto mi vedete raccogliere carote e patate: sono i prodotti della terra di mio padre e mia madre. La nostra terra. Ogni anno, quando finisce il campionato, torno nel mio paesino, Tinj, dove vivono 500 persone in tutto, e aiuto i miei nei campi della loro azienda agricola. Non mi vergogno di quello che faccio. Non sono il tipo che vede lavorare il suo vecchio e se ne va in spiaggia a prendere il sole. So quanti sacrifici ha fatto per darmi qualche soldo per comprarmi le scarpe da calcio, quando ho iniziato a giocare. Non voglio nascondermi dietro a una maschera che non mi appartiene”.
Dopo tre pareggi consecutivi e il rinvio della gara con il Milan, gli emiliani ritrovano…
Dodò una delle colonne portanti di questa Fiorentina, Palladino non ne fa mai a meno…
Una nuova vita semplice e modesta lontano dai riflettori del calcio: l'ex giocatore di Lazio…
Le formazioni ufficiali di Cagliari-Bologna CAGLIARI (4-3-2-1): Scuffet; Zappa, Palomino, Luperto, Obert; Prati, Marin; Zortea,…
Un fulmine a ciel sereno colpisce l'Inter: movimenti nella capitale lasciano presagire una trattativa clamorosa. …
Nessun ribaltone dopo la figuraccia di Firenze ma che caos nello spogliatoio Dopo la figuraccia…