Campionato nuovo, Fiorentina vecchia. Con uno Jovic in più…
La fortuna aiuta gli audaci dice il saggio (fortuna audaces iuvat per i latinisti), e con la Cremonese, la Fiorentina è stata audace. Provandoci fino alla fine, aiutata da un portiere (Radu) sull’orlo di una crisi di nervi. Italiano è stato audace, schierando dall’inizio due probabili partenti come Benassi (maluccio la sua prestazione) e Kouamè (molto meglio, quasi bene). Nonostante questo, nonostante la pochezza tecnica dell’avversario (una Cremonese neopromossa comunque ben organizzata), nonostante una precoce superiorità numerica, la Fiorentina ha mostrato i difetti già emersi nello scorso campionato. Andiamo in ordine d’importanza: la sterilità offensiva (di conseguenza il possesso palla, anch’esso sterile), la debolezza difensiva (Quarta è palesemente deconcentrato, forse demotivato, serve un difensore come il pane), la fragilità psicologica nell’approccio alle partite, con la differenza che contro i grigiorossi i viola hanno fallito l’inizio del secondo tempo e non del primo (come spesso è successo).
E se nei primi due casi può sopperire il mercato, nel terzo la maturità, l’esperienza, la scaltrezza… non si compra. O la si ha, o (come diceva Don Abbondio) uno non se la può dare. A riequilibrare il tutto, la prova di Luka Jovic. L’ex riserva di Benzema ha mostrato tecnica, opportunismo, velocità di pensiero. Oltre ad un killer-istinct, merce rara nel bagaglio dei suoi compagni. Certo, anche Luka ha sbagliato un paio di reti, anche Luka poteva essere più cinico e chiudere anzitempo la partita, ma l’unica novità scesa in campo ha fatto vedere di avere qualcosa in più. Quel qualcosa che la Fiorentina ha avuto fino a gennaio e poi non ha più avuto. Con buona pace di Cabral…
Articolo a cura di Stefano Borgi