La Fiorentina riparte dal sorriso di Jovic, vero e proprio uomo squadra. E col rientro degli infortunati sarà un’altra musica
Quando col direttore di Goalist abbiamo concordato un editoriale dopo ogni partita della Fiorentina, ci siamo detti (anzi, mi è stato chiesto) un punto di vista diverso, originale, se possibile un’opinione fuori dal coro. Oggi, ahimè, sono costretto a segnare il passo perché è impossibile non parlare di Jovic. E come me lo faranno i vari opinionisti, tifosi, e tutti gli organi di stampa. Ma tant’è… Partiamo proprio dalla prova del serbo, anzi… dall’espressione del serbo: serena, soddisfatta, sorridente. Ecco, sorridente. Sia in occasione del gol che dell’abbraccio collettivo a fine partita. Qualcuno dirà: bella forza, gli Hearts erano poco più di una squadra dilettantistica. Per di più ridotta in 10. Tutto vero, però è apparso chiaro come Jovic sia, per questa Fiorentina, un elemento imprescindibile, un autentico uomo squadra. Per tecnica, qualità, personalità. E poi quella rara capacità di legare attacco e centrocampo. Soprattutto se coadiuvato da uno come Kouame, forte anche in acrobazia come dimostra il gol del 2-0.
Vedete, i calciatori di qualità sono una razza a parte: vanno sostenuti, accuditi, coccolati, si devono sentire importanti. Con buona pace delle “vite da mediano” che non gradiscono tale trattamento. E, soprattutto, tale tipologia ha bisogno di continuità. Da stasera Italiano sa di avere un titolare in più: centravanti, esterno, trequartista… scelga lui. Anzi, scegliete voi. Quello che è certo è che Jovic deve giocare, sempre, deve essere un punto fermo di questa Fiorentina. Ultima cosa: contro gli Hearts abbiamo rivisto Milenkovic, Gonzalez, Dodo’… tra i titolarissimi viola manca solo Sottil. Si dice che quello degli assenti sia l’alibi dei perdenti, però… c’è assenza ed assenza, ed i signori di cui sopra peserebbero anche sulla rosa di un top club europeo. Pensa un pò su quella della Fiorentina…
Editoriale a cura di Stefano Borgi