Higuain lascia in lacrime: “Vorrei diventare mental coach. Nel calcio è fondamentale, se ne parla ancora poco”
Scrive Gazzetta, solo in mezzo al campo. In ginocchio. Con le lacrime agli occhi. Poi l’abbraccio con Maxi Moralez che lo consola e ringrazia per ciò che è stato in tutti questi anni. La carriera di Gonzalo Higuain è giunta al termine: dopo l’annuncio dato lo scorso 3 ottobre, nella notte si è chiuso definitivamente il cerchio.
Nel primo turno dei playoff di Mls l’Inter Miami viene sconfitto per 3-0 dai campioni in carica di Nyfc, sancendo la parola fine sulla carriera del Pipita. “È stata metà della mia vita, della mia carriera, 17 anni e mezzo”, ha detto Higuain nella conferenza stampa post-partita. “Mi sono venute in mente le immagini di tutta la mia carriera. Quello che ho vissuto, quanto che ho lavorato, quello che ho fatto per me e ne sono molto felice perché fino ad oggi ho dato tutto. Questa è la cosa più importante. Lascio ciò che amo. Sono orgoglioso di quanto ho raggiunto e qui ho passato un anno meraviglioso, aldilà dell’epilogo. Ho giocato solo per amore del pallone e spero di essere ricordato come persona, è questo ciò che mi importa più di tutto”. Per Gonzalo 335 reti in 710 partite tra River Plate, Real Madrid, Napoli, Juventus, Milan, Chelsea ed Inter Miami, 14 trofei messi in bacheca e molto altro. Da questa notte il calcio avrà un attaccante straordinario in meno. Che, però, sul futuro ha le idee chiare: “Mi piacerebbe molto studiare e diventare mental coach. Stare bene mentalmente credo sia un aspetto molto importante in ogni lavoro. Poi ci puoi mettere talento, sacrificio, forza, ma se non stai bene con la testa difficilmente otterrai qualcosa. Mi piacerebbe molto studiare questa materia. Nel calcio è fondamentale e se ne parla ancora troppo poco. Sarebbe bello aiutare giovani e meno giovani a capire quanto è importante l’aspetto mentale. La testa è ciò che ti porta più vicino ai risultati”.