Scrive Sportmediaset, il presente di Andrea Belotti parla di un momento piuttosto difficile: ancora a secco di gol in Serie A con la maglia della Roma e una manciata di minuti giocati nelle ultime partite. Ora, a complicare le cose, ci si mette anche il suo passato, che riemerge nella figura del suo storico agente, Sergio Lancini: “Mi voltò le spalle improvvisamente e senza una ragione – ha raccontato in un’intervista a Tuttosport ricordando la separazione dell’estate 2017 -. Non rispondeva più al telefono e non si faceva più trovare. Ricevetti un unico messaggio, tre mesi dopo, con cui mi chiese di non parlare più a suo nome”. La questione, rivela Lancini, si è spostata in tribunale: “Non avevo mai ricevuto alcun compenso per l’attività svolta dal suo approdo al Torino in poi, per questo sono stato costretto a rivolgermi all’autorità giudiziaria, che da quattro anni si sta occupando del caso”.
La situazione sembra essere piuttosto complessa: “Al momento pendono addirittura due giudizi: il primo riguardante il risarcimento per la revoca di fatto del mandato, che mi impedì di partecipare sia alle trattative per un eventuale trasferimento sia al rinnovo con il Torino, che in seguito ha negoziato senza il mio coinvolgimento; il secondo, invece, ha a oggetto la violazione del contratto con il quale ero stato incaricato di gestire i diritti d’immagine del giocatore, gestione dalla quale sono stato immotivatamente estromesso. Insomma, alla fine uno ‘scherzo’ da quasi 5 milioni, ma deciderà il giudice”.
Il procuratore ricorda di essere stato il primo a credere nelle qualità del Gallo quando giocava nelle giovanili dell’Albinoleffe, per poi seguirlo a Palermo e Torino: “In granata furono subito due anni straordinari, in grande crescendo, che attirarono le attenzioni di grandissimi club come Atletico Madrid, Chelsea e Milan, che alla fine della stagione 2016-2017, quando Andrea aveva realizzato 26 reti, fecero importanti avances. Perché non si concretizzò il trasferimento? Sono sincero: ancora non l’ho capito. Quello che posso dire è che, a fine stagione, proprio mentre proponevo al calciatore e al club quelle soluzioni che avrebbero determinato un sensibile miglioramento contrattuale, Andrea mi chiese di rivedere le condizioni del nostro rapporto. Dopodiché mi voltò le spalle. Soltanto due anni dopo venni a sapere con stupore che nell’agosto 2017 aveva rinnovato il contratto con il Toro senza dirmi nulla, nonostante fossi ancora il suo agente; avvenimento taciuto, per lungo tempo, anche ai tifosi e alla stampa”.
Netto anche il suo giudizio sul mancato rinnovo della scorsa estate e sul passaggio alla Roma: “Presa la scelta di restare in granata, gli avrei certamente suggerito di sposare la maglia fino al termine della carriera, diventando una bandiera della società. Così invece, lasciando il Toro a parametro zero, ha dimostrato di essere forse un trascinatore in campo, ma non certo un leader dentro e fuori dal terreno di gioco, tale da rendere fieri gli Invincibili di Superga”.
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