Salisburgo-Roma, i giallorossi hanno puntato sui cambi di gioco. Occasioni più nitide quelle da corner. L’analisi
Il Salisburgo dopo essere stato eliminato dalla Champions per mano del Milan di Pioli ha trovato sul suo cammino europeo un’altra italiana, questa volta si tratta della Roma di Mourinho.
La sfida, valevole per l’andata degli spareggi di Europa League, si è giocata alla Red Bull Arena di Salisburgo, stadio dal quale era uscito con un pareggio il Milan lo scorso 6 settembre. La squadra austriaca, allenata dal tedesco Matthias Jaissle, comanda incontrastata la Bundesliga austriaca, con 6 punti di vantaggio sullo Sturm Graz.
La Roma, arrivata alla partita dal frustrante pareggio di Lecce, ha deciso di confermare la formazione che ha pareggiato in Salento per tutti i suoi undicesimi, con il solito 3-4-2-1. Come già successo nella scorsa partita però, arriva la prestazione, ma non il risultato. La Roma torna infatti a casa con un’immeritata sconfitta per 1 a 0.
La partita è iniziata con gli austriaci che spingevano forte sull’acceleratore, mettendo in seria difficoltà la formazione giallorossa nei primi venti minuti, seppur non creando nitide occasioni da gol. Il Salisburgo era schierato con un sistema di gioco di tipo 4-4-2, con i quattro centrocampisti disposti a rombo. Questo schieramento dei centrocampisti si è rivelato efficace per ingabbiare i due trequartisti della Roma, che per aver spazio di manovra dovevano necessariamente allargare la loro posizione.
Per via di questa densità nelle zone centrali del campo la Roma, riuscita a superare il momento di difficoltà, è riuscita a sua volta a creare pericoli tramite i cambi di gioco sugli esterni, questi necessariamente lasciati con maggiore libertà dal Salisburgo.
In quest’immagine vediamo come, dopo un astuto cambio campo di Cristante, El Shaarawy abbia lo spazio per arrivare in aerea e mettere il cross per Abraham. Stessa situazione si è ripetuta sull’esterno opposto pochi minuti dopo, questa volta con Zalewski ad arrivare al cross. Il numero 9 giallorosso è stato dominante in area di rigore, purtroppo però non è mai riuscito a trovare il guizzo adatto per superare Kohn.
L’unica altra azione pericolosa della prima frazione è stata creata sempre da una costruzione diretta, con Cristante che ha lanciato in profondità il solito Abraham, il quale, saltato il difensore, non è riuscito a battere il portiere.
È chiaro quindi che la Roma non sia riuscita a creare situazioni pericolose con costruzioni palla a terra, ma sempre cercando di sorprendere gli avversari con improvvisi lanci o cambi di gioco.
Come si può vedere, Cristante con il suo lancio salta addirittura 9 uomini del Salisburgo, che con una costruzione bassa avrebbero chiuso ogni linea di passaggio.
Nel secondo tempo la trama di gioco è rimasta la medesima, con la Roma che ha alzato ulteriormente la pressione sugli austriaci. Con gli ingressi in campo di Celik, Wijnaldum e Belotti l’impostazione tattica è rimasta sempre la stessa.
Le occasioni più nitide nel finale per i giallorossi sono arrivate dagli sviluppi di corner, con Belotti e Cristante fermati rispettivamente da traversa e palo.
La sfortuna per i giallorossi non è finita qui perché sull’unica loro sbavatura difensiva, all’88° il Salisburgo è passato in vantaggio con un colpo di testa.
Nonostante questa sconfitta, la squadra di Mourinho deve crederci in vista del ritorno in quanto ha dimostrato in questa gara che può davvero fare male al Salisburgo, certo servirà un po’ più di fortuna e di concretezza in area di rigore.
Analisi a cura di Alessandro Rosa