“Dopo l’infortunio Spalletti venne a Villa Stuart 4 giorni consecutivi dalle 11 alle 3, disegnammo la Roma”

Fonte Foto: interrogati.it

Francesco Totti, ex capitano della Roma ha così parlato del suo rapporto con Luciano Spalletti, a quel tempo allenatore giallorosso: “Dopo l’infortunio e l’intervento alla caviglia, il ricovero a Villa Stuart dura 4 giorni e il personale della clinica fatica a canalizzare la continua processione di gente che sale quotidianamente la collina di Monte Mario. Leggo sui volti delle infermiere il fastidio per gli straordinari non previsti. Fino a dove sono tolleranti e da che punto divento una gran rottura di scatole? Sono pensieri che mi prendono già nel primo giorno di degenza, di quelli che ti impediscono di dormire.

Mi giro dall’altro lato nel tentativo di prendere sonno, nel silenzio avverto uno scalpiccio di piedi nel corridoio e poi un bussare trattenuto alla porta, nell’evidente intento di farsi sentire solo da me. Al di là del vetro c’è un’ombra, dire “Avanti” è un automatismo. Luciano Spalletti. Le 11 di sera, e il mister si introduce di soppiatto nella mia camera. Ha un pacco voluminoso con sé, mi fa segno di tacere, lo scarta e tira fuori un cavalletto componibile e un blocco di grandi fogli bianchi. Come colpito improvvisamente da un dubbio lontano, mentre lo assembla, si gira verso di me per chiedere: “Ma stavi dormendo?”. “No mister, non riesco a prendere sonno” “Ah, bene…”

30 secondi dopo, l’allestimento è pronto. Toglie di tasca un pennarello nero, e comincia. “Adesso, caro Francesco, disegniamo la Roma del prossimo anno. Ti scrivo le varie opzioni, poi studiamo assieme i pro e i contro di ogni giocatore”. Io sono del tutto imbambolato per lo stupore. Scrive 3 nomi di portieri, 6 difensori, 6 centrocampisti e 5 attaccanti. Per 4 notti resto a Villa Stuart, per 4 notti Spalletti arriva alle 11 e se ne va alle 3 del mattino. Quel che facciamo, in sostanza, è chiacchierare di calcio.

Sono 4 nottate lunghe e insieme leggere, nelle quali il mister mi concede grande confidenza e, attraverso il gioco del mercato, mi fa restare con la testa ben dentro la Roma in un momento nel quale si sarebbe potuta creare una certa distanza. Ho il ricordo di una grande unione tra noi, persino di affetto e anni dopo la cosa accentuerà la mia incapacità di comprendere il suo comportamento. Ma c’è stato un momento nel quale Spalletti è stato straordinario con me, ed è giusto dargliene atto”.

Fonte: Il Rompipallone

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