Editoriali

Contro la Samp il festival delle prime volte. Jovic assist-man e Dodò idolo della Fiesole

Oggi la Fiorentina ha giocato… contro nessuno. O meglio, ha giocato contro un manipolo di calciatori nell’ordine: senza società, senza speranze di salvezza, e senza dignità

Premessa doverosa: oggi la Fiorentina ha giocato… contro nessuno. O meglio, ha giocato contro un manipolo di calciatori nell’ordine: senza società, senza speranze di salvezza, e senza dignità. Quella che gli avrebbe permesso di limitare il passivo e rispettare i pochi (eroici) tifosi doriani scesi a Firenze. Detto questo, facciamo i conti della serva: Cerofolini, esordio in serie A, voto 6. Due sole parate, non paga l’emozione. Dodo’, primo gol in maglia viola (ed in serie A), voto 7. Un pò per i capelli viola, ed anche perché è diventato l’idolo della “Fiesole”. Duncan, primo gol in stagione, voto 6,5. Inspiegabile il suo scarso utilizzo da Italiano. Castrovilli, primo gol stagionale in serie A, voto 7. Da lui pretendiamo sempre di più, ma oggi è sembrato finalmente “dentro” la squadra. Terzic, voto 6,5, primo gol con la Fiorentina (e primo in serie A). Rivedibile la sua esultanza “alla Balotelli”, ma (nonostante la convalescenza) si fa trovare pronto. All’appello manca solo Bianco che, inserito nella ripresa, è andato vicino due volte al successo personale. Che sarebbe stato il primo su tutte le ruote. Questo per dire cosa? Uno: che la prima volta non si scorda mai. Due: che chi è entrato (o subentrato) in squadra al posto dei titolari non li hanno fatti rimpiangere. Tre: che Italiano, pur con qualche svarione, è riuscito nell’intento di motivare tutti, non scontentando (quasi) nessuno. 

Tra quelli che erano (e sono ancora) scontenti c’è sicuramente Luka Jovic. Fuori dai denti: la Fiorentina, per lui, è stato un passo indietro, la concorrenza (perduta) con Cabral ha fatto il resto. A tutto questo aggiungiamo il problema del ruolo. Non sappiamo se Jovic sia più una seconda punta oppure un trequartista, di sicuro non è un centravanti. Non attacca lo spazio, non va in profondità, non stacca di testa, non fa a sportellate con nessuno. Tanto meno con i difensori. Al contrario sa giocare il (e al) pallone, ha un ottimo primo controllo, ha i piedi (e la testa) per legare i reparti e fornire assist vincenti. Proprio come contro la Samp: tre gol su cinque sono stati propiziati da lui, in un secondo tempo che lo ha risvegliato dal torpore del primo. Insomma, crediamo che Luka Jovic l’anno prossimo non giocherà nella Fiorentina, quantomeno sarà lo stesso giocatore a fare di tutto per non giocarci (il resto lo farà Ramadani). A noi però resterà per sempre la sensazione di esserci perduti qualcosa di bello, di unico, l’esplosione di un talento puro e cristallino. Forse, ahilui e ahinoi, anche un tantino presuntuoso… 

Editoriale a cura di Stefano Borgi

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