Fiorentina, la regina dei primi tempi. Cercasi difensore centrale disperamente

Fonte foto: profilo Instagram Fiorentina

Spiace ripetersi, ma come tre giorni fa in quel di Vienna, anche contro il Lecce si sono rivisti gli errori dell’anno scorso. O, se vogliamo allargare il concetto, dei due anni di Italiano. Una squadra tracimante per 45 minuti, che va in vantaggio (stavolta addirittura doppio), che annichilisce gli avversari circuendoli con fraseggio e possesso palla, e che (ahimè) nel secondo tempo rallenta fino a fermarsi. Una squadra che non sa gestire il risultato, che getta via punti oramai acquisiti, che è sempre costretta a fare mea culpa. A prescindere dai meriti altrui che sono spesso minori dei demeriti propri. Anzi, ci ripromettiamo di stilare una statistica precisa (e ci scusiamo se non l’abbiamo già fatto) ma non crediamo di sbagliare se diciamo che la Fiorentina, calcolando il parziale dei soli primi tempi, sarebbe minimo una squadra da Champions League. Poi capita che, contro il Rapid, i viola giochino meglio la ripresa, ma il risultato non cambia: sempre di un tempo si tratta, insufficiente per vincere ed ottenere qualcosa.
Abbiamo detto problemi di gestione, di congelamento del risultato. A dir la verità la Fiorentina stasera ci ha pure provato: è andata perentoriamente sul 2-0 (sfiorando clamorosamente il 3-0 col palo di Duncan allo scadere), ha tenuto palla senza subire, è andata negli spogliatoi certa della propria superiorità. Poi l’episodio (ci può stare), Arthur perde palla e Rafia azzecca il tiro della domenica. A quel punto la Fiorentina si impaurisce, si disunisce, forse comincia a mancare il fiato, ed anche questo può succedere (del resto siamo ad inizio stagione). Quello che non deve succedere è il secondo episodio, quello del pareggio: un cross dalla tre quarti, innocuo, ordinario, Quarta che si addormenta, Parisi che tarda nella diagonale, e Krstovic realizza indisturbato. Una squadra che ambisce a grandi traguardi come la Fiorentina non può sbagliare un “uno contro uno” come quello di Quarta contro Krstovic. Manca come il pane un difensore centrale, uno che aiuti Mikenkovic sulle palle alte, uno che non si distragga, che resti concentrato per tutti i 90′, uno che in queste occasioni colpisca di testa e spazzi l’area. Il calcio è fatto di episodi, e qui non siamo di fronte ad un episodio casuale/sfortunato, qui siamo di fronte ad un duello singolo che un difensore non deve perdere. Anche perché, con l’atteggiamento tattico di Italiano, i duelli a centrocampo ed in area di rigore sono (e saranno) una costante. E la Fiorentina non può permettersi di perderli. Murillo? Senesi? Sutalo? Valentini? Facciano loro, ma con Quarta oramai scollegato dalla realtà viola, con Ranieri perennemente vittima di crampi, con Mina in ritardo (eufemismo) di condizione, serve urgentemente un difensore titolare. Di piede mancino? Destro? Ambidestro? Rifacciano loro. Serve buono, di piede e di testa, sopratutto serve subito. A buon intenditor… 

Editoriale a cura di Stefano Borgi

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