Gudmundsson: “Gilardino mi ha martellato. Paragone con Dybala? Ci sta, portiamo entrambi i calzettoni abbassati”
Albert Gudmundsson, attaccante islandese del Genoa, è stato intervistato da SportWeek, parla del paragone con Dybala e delle parole che gli ha detto il suo allenatore, Gilardino:
“Gilardino? Mi ha martellato tanto l’anno scorso, adesso stiamo rifinendo il lavoro. Pillole, piccoli con sigli che applico in campo e mi accorgo che sono sempre azzeccati. Per esempio, con il Milan, mi aveva avvertito che avrei avuto sempre un difensore attaccato al culo e quindi mi ha detto di muovermi a zig zag, in diagonale. Ha avuto ragione. Abbiamo perso, ma gli abbiamo dato fastidio”.
“In campo cerco di mimetizzarmi per trovare spazi, tempi e modi per attaccare. Molti calciatori sono troppo statici. La mia abilità consiste nel provare a fare qualcosa di diverso. Sfrutto la libertà che mi concede mister Gilardino.
Sono un calciatore professionista e conosco i miei doveri: lavorare duro, mangiare e riposare bene. Ma sono anche uno che insegue l’adrenalina, ho bisogno di emozioni. Se però parliamo di calcio, le cose stanno in modo un po’ diverso. Noi islandesi siamo meno “rigidi” di quel che sembra. Fino a 10-15 anni fa i ragazzi giocavano quasi solo all’aperto, dunque, in inverno, al freddo e sotto la neve. Perciò sì, il nostro era un calcio soprattutto di combattimento. Poi sono stati costruiti tanti impianti coperti e una nuova generazione di calciatori ha potuto lavorare sulla tecnica: controllo di palla, precisione dei passaggi, dribbling.
Cosa è per me il dribbling? Insieme al tiro e al saper trovare il compagno smarcato, è una delle mie qualità principali. E probabilmente la cosa che mi diverte di più. Lo provo fin da bambino, quando, indipendentemente dal clima, passavo sul campo sei o sette ore al giorno. Il dribbling è qualcosa che ho nel sangue. Il paragone con Dybala? Ci sta. Tutti e due portiamo i calzettoni abbassati”.
Fonte: TMW