Repubblica rivela: “Barone punta su Abodi per entrare nel progetto del Franchi. Investimento ridotto”
Repubblica oggi in edicola si è concentrata sulla vicenda del restyling del Franchi. Insieme agli incontri con Nardella e all’interlocuzione tra i tecnici della società e quelli del Comune sul fronte progetto esecutivo, il direttore generale viola Barone ha parlato spesso con il Ministro dello Sport Andrea Abodi, presente svariate volte al Viola Park non soltanto nella giornata inaugurale. Telefonate e incontri in cui la Fiorentina ha ribadito al governo la necessità di un vero piano operativo sul fronte degli stadi, sia con una legge ad hoc che aiuti i club nelle concessioni – con la previsione di accordi di lungo periodo per lo sfruttamento degli impianti – sia piano piano sul dossier Firenze. E così nel momento in cui il Tar del Lazio bocciando il ricorso del Comune sembrava consegnare sul fronte Franchi l’ennesima doccia fredda, Barone, insieme a Nardella a Palazzo Vecchio gettava le basi per un nuovo ingresso in campo della Fiorentina.
La società chiede una partecipazione del governo alla trattativa. Anche le tempistiche della nuova entrata in scena della società di Commisso non sono casuali: adesso i viola si inseriscono in un contesto in cui hanno estrema forza, rappresentano per il Comune un grosso asso nella manica — basti pensare al peso del bando del prossimo dicembre con la Fiorentina accanto a Palazzo Vecchio e non defilata — ma soprattutto hanno compreso che senza i 55 milioni lo stadio, seppur restaurato nell’impianto del Nervi originario con le curve più vicine, perderebbe la parte più succosa del progetto, le aree commerciali. Ecco quindi che un investimento della società sulle parti carenti comporterebbe da un lato una spesa ridotta, un quarto rispetto al progetto totale, ma dall’altro un guadagno assicurato: la Fiorentina gestirebbe infatti tutte le aree all’interno del nuovo Franchi, dai bar ai ristoranti per passare ai negozi e alle altre sale, avendo una rendita annuale importante, già ipotizzata dal primo studio targato Deloitte e voluto da Commisso nel 2020.