Barzagli a Radio Serie A Tim: “Buffon è un leader nato, Chiellini il più riflessivo, Bonucci un pignolo”
L’ex campione del mondo Andrea Barzagli, nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Radio Serie A TIM, ha ripercorso alcune tappe fondamentali della sua carriera da giocatore, soffermandosi sugli anni dei trionfi con la maglia della Juventus, al fianco di Bonucci, Buffon e Chiellini.
LA BBBC Sui suoi ex compagni di reparto, in bianconero e in Nazionale, ha dichiarato: “La perfezione nel calcio non esiste, ma noi ci saremmo andati vicini se avessimo vinto la Champions. Ognuno sapeva che aveva a fianco il compagno giusto, per anni siamo stati una bella difesa. Buffon a volte vive sulla luna, ma quando è seriamente sulla terra è un leader nato, tutti lo ascoltano e dice sempre cose giuste. Chiellini è stato il riflessivo, quello che mediava cercando di tenere tranquilli i cavalli più pazzi nei momenti difficili. Bonucci è un pignolo, ciò lo ha fatto crescere e incentivava tutta la squadra”.
LA FINALE DI CARDIFF È poi tornato ad affrontare la spinosa questione relativa al presunto litigio tra i suoi ex compagni Paulo Dybala e Leonardo Bonucci, che sarebbe avvenuto nell’intervallo della finale di Champions League 2016/17, vinta dal Real Madrid per 4-1 contro la Juventus: “È falso. Abbiamo fatto quei 15′ di intervallo come sempre, convinti di tutto, poi le cose sono andate male. Quando Bonucci mi chiamò e disse che lo stavano ‘buttando su tutti i giornali’, mi arrabbiai molto anch’io. Gli dissi: ‘Guarda Leo, sappiamo tutti che questa è una falsità. O facciamo scrivere qualcosa dalla società o lasciamo andare e non se ne parlerà più’. E invece dovevo stargli più dietro, perché aveva ragione“.
“ALLEGRI UNO STRATEGA, CONTE RAPPRESENTA LA MENTALITÀ JUVE” Infine, in merito agli allenatori avuti a Torino, ha aggiunto: “Max Allegri è stato un allenatore di capacità del dialogo. È uno stratega, legge benissimo le partite e i momenti della stagione e anche nelle conferenze stampa sa mandare segnali giusti. Gli hanno chiesto determinate cose, tipo il bel gioco, lui non lo ha di natura ma ha altre cose e alla fine conta solo la vittoria. Antonio Conte rappresenta la juventinità, perché ci ha giocato, ci ha vinto ed è stato anche capitano. Soprattutto, ha fatto tornare la squadra ai suoi livelli, riportando la mentalità Juve in un periodo difficile. Ha lanciato messaggi a società e giocatori sul fatto che alla Juventus bisognava tornare a vincere“.
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