La solita Fiorentina prima delle coppe. Primi lampi di N’Zola. I gazebo in curva il miglior gesto tecnico della partita
di Stefano Borgi
Fateci caso, prima di una partita di coppa (scegliete voi quale) la Fiorentina sbaglia l’approccio e regala un tempo all’avversario. Quasi sempre il primo. Era, per restare ai tempi recenti, successo a Sassuolo (prima del Bologna in coppa Italia), è successo oggi contro l’Udinese (prima del Napoli in supercoppa italiana). Totale: un misero punto a fronte di sei ampiamente raggiungibili. Ed a questo proposito ci tornano in mente le parole di Prade’, ormai datate più di un anno, che prima del ritorno col Twente ebbe a dire: “questa è la partita della vita”, affibbiando alla gara enfasi ed importanza insospettabili (almeno per il sottoscritto). Cosa significa? Che per la società Fiorentina le coppe sono più importanti del campionato: questione di marketing, introiti, visibilità, oltre alla possibilità di vincere un trofeo che metterebbe a tacere le critiche ed i mugugni di mercato. Una cosa è certa: nonostante tutto i viola sono ancora quarti in classifica (addirittura in solitaria), in piena zona Champions League ma, chissà perché, abbiamo l’impressione che questo non scaldera’ il cuore (e neppure il portafoglio) di Commisso e Barone.
N’ZOLA, SE CI SEI… Ed il colpo N’Zola l’ha battuto. Alzi la mano chi non si è sorpreso (disperato ?) quando ha visto l’angolano strappare di mano il pallone a Beltran ed apprestarsi a battere il rigore. Memori di Cukaricki, memori delle prestazioni (al limite dell’imbarazzante) del giocatore nel corso della stagione. E invece… sinistro angolato, preciso, chirurgico, portiere da una parte e palla dall’altra. Ma non solo: il buon Mbala è sembrato più mobile, più intraprendente, meno timido, meno impaurito… fusse che fusse (avrebbe detto un grande Nino Manfredi) la volta bbona?
COS’È IL GENIO? In una serata buia, grigia e tempestosa (non solo in campo) abbiamo apprezzato l’iniziativa della curva che si è dotata di gazebo simulando una improvvisata copertura dello stadio, il tutto mentre la gente cantava: “sotto l’acqua viola alé”. In verità ciò che emergeva di più erano le offese, corredate da striscioni dedicati, al sindaco Nardellla ed al governatore Giani. È il prezzo della notorietà e di un ruolo istituzionale. Però il tirammolla sullo stadio ha stancato (eufemismo) tutti, nessuno escluso, questo giochino delle parti, i continui incontri terminati con un “nulla di fatto” sembra una chiara ed evidente offesa all’intelligenza popolare. Da parte nostra temiamo (ci auguriamo?) che tutto si risolverà solo dopo le elezioni del prossimo giugno: o bene bene (cambio del colore politico) o male male (il solito immobilismo elettorale dei fiorentini). Intanto, in attesa di tempi migliori (in tutti i sensi), godiamoci i gazebo, ennesima genialata made in “curva Fiesole”.