Scrive il Corriere dello Sport, allora, ecco il Rocchi in versione Al Pacino, nel ruolo dell’allenatore che motiva i suoi prima di una sfida decisiva per i play off: «Non molliamo un centimetro, io non mollo un centimetro, uno che sia uno da qui al 30 giugno. Non permetto a nessuno di infangare il lavoro nostro ma soprattutto non permetto a nessuno di infangare il lavoro vostro». Molti erano delusi. Carbone, Mazzoleni e Orsato su tutti: «Chi dissente senza mostrare la faccia non può essere un uomo e dunque, non può essere un arbitro»; «Siamo una squadra, non siamo un gruppo»; e una battuta «La Givova (lo sponsor dell’AIA) non darà più le felpe col cappuccio». La sostanza è che vorrebbero non arbitrare (o fare il VAR) più con questo o quello, perché la fiducia dopo quello che è successo è venuta meno. Rocchi ha sfoderato il Denzel Washington di Remeber the Titans, una storia vera di integrazione bianchi/neri ai tempi delle tensioni razziali in America: «Vi prego di guardare chi è accanto a voi come un fratello, anche se non lo è. Per me siete tutti innocenti, e se esiste il personaggio col cappuccio, verrà da me e dirà che ha fatto una cazzata. Possiamo andare avanti in un modo solo: mettiamo i coglioni tutti insieme. Andate in campo senza problemi, dritti e fate squadra. La nostra fiducia in voi è totale. Per fare una grande partita dovete essere in sei, non siete nessuno per giudicare».
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