7 febbraio 1999, Edmundo scappa al Carnevale, Batistuta va ko, inizia l’incubo per la Fiorentina
Il 7 febbraio 1999 è un giorno impresso nella memoria dei tifosi della Fiorentina, una semplice data che si è trasformata in un incubo. La squadra viola, guidata dal mitico Trapattoni era in testa al campionato, al Franchi arrivava l’acerrimo nemico per lo scudetto, il Milan. Il tabellone segnava lo 0-0 quando Batistuta, il bomber, lanciato verso la porta all’improvviso crollò a terra tenendosi subito il ginocchio sinistro, lacrime e mani in testa per la disperazione. Calò il gelo su Firenze. Ma i tifosi viola, pur consapevoli dello stop a cui poteva andare incontro il Re Leone pensavano di poter contare su Edmundo, centravanti della Nazionale brasiliana in attesa del rientro del capitano.
Quella stessa “maledetta sera”, a Batistuta gli esami confermarono l’infortunio ed i conseguenti due mesi di stop, “O Animal”, contemporaneamente era in aeroporto, stava per lasciare per una settimana la Fiorentina, per andare in Brasile a festeggiare il Carnevale di Rio. Il motivo? Una clausola insolita nel contratto. Il carnevale per un brasiliano è troppo importante, più di uno scudetto. “Perché mai non devo partire? – disse Edmundo ai presenti in aeroporto – quando ho chiesto di poter andare al carnevale mi è stato concesso e non vedo ora perché rinunciarvi”. Una scelta molto discutibile, quel brasiliano così folle non era mai stato inoltre mai gradito nello spogliatoio, anche se in campo funzionava a meraviglia. Fu l’inizio di un incubo, finì così la corsa scudetto della Fiorentina che orfana e “tradita” dai suoi due bomber titolari scivolò sempre più nelle retrovie. Bati, allora capitano della Fiorentina, non perdonò mai Edmundo e la società viola dell’epoca. “Non sarei voluto andar via da Firenze – disse anni dopo il Re Leone – , ma quando gli diedero il permesso per raggiungere il Brasile per il Carnevale si ruppe il rapporto con la dirigenza. Avevo dato le mie caviglie alla Fiorentina… e nel momento del bisogno di tutti mandavano un compagno in vacanza”.