Classifica truccata? Pres. AIA a Le Iene: “Può darsi, massimo due mesi e si potranno ascoltare tutti gli audio VAR-arbitro”

Scrive Sportmediaset, nel servizio in onda stasera, martedì 27 febbraio, in prima serata, su Italia 1, Filippo Roma continua la sua inchiesta sul sistema arbitrale italiano. Può essere che i vertici degli arbitri abbiano dichiarato il falso in un verbale sulla vicenda riguardante i voti e classifiche truccate? E che poi sia stato tenuto nascosto ai tifosi? Secondo le testimonianze e i documenti inediti raccolti da Filippo Roma, sarebbe andata proprio così. A partire dalle dichiarazioni esclusive di Emidio Morganti, ex arbitro emerito, responsabile organi tecnici nella stagione 2019/2020, e quindi tra i valutatori degli arbitri coinvolti nello scandalo dei voti modificati. La vicenda è quella di Niccolò Baroni e di Daniele Minelli, arbitri attualmente impiegati in Serie A e B, che tre stagioni fa furono inaspettatamente dismessi a fine anno. I due decisero di fare ricorso alla giustizia sportiva per dei voti che loro sostenevano fossero “taroccati”. Tra le prove, le chat e le telefonate scambiate tra chi giudicava le loro prestazioni (i c.d. Organi Tecnici, cioè ex arbitri di Serie A, che durante il campionato vanno allo stadio a esaminare l’operato dei colleghi in campo e che, dopo ogni partita, li valutano con un voto che va da 8,20, cioè insufficiente, fino a 8,70, che sta per eccellente, ndr.). Nella chat il responsabile prima avrebbe comunicato che il voto era di 8,60, ma in seguito, dopo aver visto la graduatoria, avrebbe cambiato idea proponendo di modificare con un voto maggiore, ovvero 8,70, la valutazione data a Eugenio Abbatista, che quell’anno avrebbe dovuto essere dismesso per aver raggiunto il numero di anni consentiti in quella categoria. Baroni e Minelli fecero ricorso, ma persero in tutte le sedi della giustizia sportiva, poi però a sorpresa, dopo aver ricorso anche alla giustizia ordinaria, vennero reintegrati, prima che la loro denuncia querela alla Procura di Roma potesse andare avanti.

Le Iene hanno cercato Baroni e Minelli ma l’Aia non ha autorizzato i due a parlare. Come mai? Il perché pensa di saperlo l’arbitro anonimo di Serie A che da qualche settimana ai microfoni della trasmissione denuncia una serie di anomalie del sistema degli arbitri italiani. Sulla vicenda dice: “Se quei due arbitri parlassero scoppierebbe uno scandalo senza precedenti che dimostrerebbe come i vertici degli arbitri italiani siano disposti a truccare le carte pur di decidere quale arbitro debba andare avanti e chi invece deve smettere al di là di una giusta meritocrazia. I due arbitri hanno in mano le prove di una gravissima irregolarità commessa dai vertici degli arbitri italiani, che avrebbero attestato il falso nel verbale dell’ultima riunione della stagione. Tutto questo per salvare due direttori di gara che da regolamento dovevano andare a casa, mentre hanno cacciato chi, regole alla mano, meritava di continuare ad arbitrare”. 

Ogni stagione a fine anno il responsabile di chi valuta gli arbitri fa una relazione in cui propone chi mandare a casa e chi mantenere in organico l’anno successivo. Lo fa tenendo conto della classifica scaturita dai voti presi dagli arbitri a ogni partita durante l’anno. Il massimo organo di governo degli arbitri, il comitato nazionale, può mandare via o salvare qualcuno solo su proposta del responsabile dei valutatori, che a quei tempi era Emidio Morganti. Quell’anno un arbitro che doveva essere mandato a casa, Eugenio Abbattista, è stato invece salvato. Sono state rispettate le regole? Il verbale del comitato nazionale dice che a proporre di salvare Abbatista fu il responsabile delle valutazioni Morganti, ma in realtà nella relazione di fine anno Morganti aveva chiesto che Eugenio Abbatista fosse tra gli arbitri dismessi, cioè mandato a casa, per limiti di permanenza. Intercettato da Le Iene Morganti risponde ad alcune domande: “come mai nel verbale del comitato c’è scritto che è lei a chiedere di salvare Abbatista?” Gli chiede l’inviato. “No, allora, questo è su un verbale che io non ho firmato, non ho letto e perciò le mie parole messe lì non sono vere. Potete consultare agli atti e vedere che io ho fatto l’esatto contrario. Abbattista dismesso.”, risponde lui. “Lei ci sta dicendo che il comitato in quel verbale attesta il falso?”, ribatte Roma. “Tragga lei le conseguenze.”, risponde Morganti. “Dice cose false?”, continua Filippo Roma. “Sì”, chiosa l’intervistato. “Perché lei inizialmente aveva proposto la dismissione di Abbattista”. “Esatto, sì. Dismissione non deroga di Abbattista. Non ho mai parlato di deroga”. Poi lei ha subito una sanzione di 13 mesi mentre il comitato l’ha fatta franca.”. “Come è possibile”, continua Roma. “Ti ho detto basta, sta a voi indagare. Io ho detto anche troppo.”, risponde Morganti.  “Lei non ha mai protestato per questa cosa? Lei sanzionato e i membri del comitato no? Il silenzio paga Morganti? Ma non è che alla fine Baroni e Minelli sono stati reintegrati, nonostante abbiano perso tutti i gradi di giudizio perché avevano scoperto che quel famoso verbale attestava il falso? Secondo lei?”, chiede Filippo Roma. “No, basta.”, risponde Morganti. E, chiede infine l’inviato: “Lei ci sta dicendo che il verbale attesta il falso”. “Sì. arrivederci”. Conclude Morganti. 

Ma non basta perché Morganti riceve 13 mesi di squalifica, mentre tutti i componenti del comitato non ricevono alcuna sanzione. In quel comitato che avrebbe attestato il falso erano presenti Alberto Zaroli, attuale vicepresidente dell’Aia, Stefano Archinà, attuale componente del comitato nazionale, e Daniele Orsato. All’inviato non resta che chiedere spiegazioni a Carlo Pacifici, presidente dell’Aia. 

Roma: Presidente, perché lei prima dice agli arbitri chi ha le prove si faccia avanti…
Pacifici: Si.
Roma: …e poi, quando noi chiediamo di intervistare degli arbitri che hanno delle prove schiaccianti di irregolarità, lei gli impedisce di parlare con noi?
Pacifici: Ma veramente no. Io smentisco questa cosa.
Roma: Noi abbiamo chiesto ufficialmente un’intervista a Minelli e Baroni e lei, tramite la sua associazione, l’Aia, ha risposto con un bel no, “no, non potete parlare”.
Pacifici: Assolutamente…
Roma: Ma come è possibile? Ma è questa la trasparenza? 
Pacifici: Assolutamente, non è così. Loro possono parlare tranquillamente delle loro vicende. Eravamo sotto partita, loro erano impegnati. Il no era perché erano sotto partita sotto gara. Probabilmente c’è stato un fraintendimento.
Roma: “Abbiamo sottoposto la sua richiesta alla presidenza Aia che, in considerazione dell’esposto effettuato a seguito di quanto riportato dalla trasmissione in oggetto, al momento non ritiene di concedere autorizzazione”. Cioè, nella vostra risposta non è che si dice non potete parlare perché siete sotto gara. Allora perché non gli ha dato l’autorizzazione?
Pacifici: Gliela do io adesso.
Roma: Grazie.
Pacifici: Nessun problema. Noi siamo aperti, non ci nascondiamo, per me la trasparenza…
Roma: Loro non si nascondono. Però peccato che la prima volta gli hanno risposto di no.
Pacifici: No, c’è stato un fraintendimento. Io non ho risposto assolutamente di no.
Roma: “Non ritiene di concedere autorizzazione”, questa risposta sembra un no. Il presidente li autorizza? 
Pacifici: Sì, senza problemi
Roma: Lei cosa risponde? 
Pacifici: Mi dispiace perché come presidente dell’Aia ho messo al primo posto trasparenza e comunicazione.
Roma: Così tanta trasparenza che quando chiediamo di intervistare due arbitri che hanno prove schiaccianti di irregolarità, l’intervista, in prima battuta, non viene concessa.
Pacifici: Ma le prove le portino. Non abbiamo niente da nascondere. 
Roma: Allora forse abbiamo mal interpretato noi.
Pacifici: Sì, probabilmente sì, oppure ci siamo mal interpretati noi.
Roma: …volevo chiederle…
Pacifici: Sì.
Roma: …parlando di Baroni, Minelli… 
Pacifici: Sì.
Roma: Non è che sono stati poi reintegrati magicamente in Serie A perché avevano le prove che il comitato aveva attestato falsamente in un verbale che andava riconfermato?
Pacifici: La vicenda è di quattro anni fa e quindi io non l’ho seguita direttamente.
Roma: Ma come mai questa magia improvvisa?
Pacifici: Io questo non glielo so dire.
Roma: Non è perché, magari, avevano in mano le prove che il famoso verbale del Comitato del maggio ‘21 attestava il falso?
Pacifici: Ma questo non glielo so dire, non conosco nei dettagli la situazione relativa all’indagine della magistratura. 
Roma: Ma è possibile che i vertici del comitato dell’Aia all’epoca abbiano dichiarato il falso? 
Pacifici: Questo non glielo so dire perché non c’ero.
Roma: Non c’era, però un giudizio se lo può fare.
Pacifici: Noi siamo rispettosi delle regole.
Roma: Forse quell’anno un po’ meno.
Pacifici: Non lo so, Può darsi.
Roma: Uno si chiede, da tifoso, da sportivo. Ma che succede? Non è grave che i vertici arbitrali salvino un arbitro che non doveva essere salvato e mandino a casa gli arbitri che dovevano confermare la loro attività?
Pacifici: Io sono sempre per la meritocrazia. Probabilmente qualche cosa non è andata a buon fine. Ecco, questo sì. 
Roma: Questo sicuramente, a tal proposito, in quel comitato che avrebbe dichiarato una cosa falsa facevano parte Zaroli, che è l’attuale vicepresidente, e anche Archinà, che oggi fa parte ancora del comitato. Questa cosa non la imbarazza un po’? 
Pacifici: No, non mi imbarazza perché ci sono state delle conclusioni che probabilmente hanno portato all’assoluzione dei due personaggi in questione.
Roma: Lei non ha nulla da dire verso questi suoi due colleghi che hanno partecipato a un verbale che attesta il falso?
Pacifici: Non ho nulla da dire perché probabilmente questo verbale è stato validato. Punto.
Roma: Queste sono le conclusioni della Procura federale e si legge chiaramente “approvato il verbale della riunione del citato comitato ove veniva falsamente attestato che Emidio Morganti avesse proposto la permanenza nel ruolo dell’arbitro Eugenio Abbattista in difformità rispetto a quanto realmente dichiarato dallo stesso in assemblea e in difformità rispetto a quanto dello stesso Morganti indicato nella relazione di fine anno”. È la Procura che dice che il verbale attesta il falso.
Pacifici: Sì, ma io prendo atto di quello che dice la Procura. Io non ho altre osservazioni da fare. 
Roma: E nel momento in cui la Procura attesta che il verbale dice una cosa falsa e a quel verbale hanno partecipato il suo attuale vicepresidente e un attuale componente del suo comitato, non la imbarazza?
Pacifici: Mi sembra che né su Zaroli né su Archinà ci siano stati provvedimenti, in passato, in presente.
Roma: No, certo, loro formalmente non sono stati sanzionati, però parlano i fatti.
Pacifici: Parlano i fatti.
Roma: In seguito a questa vicenda che succede? Che Morganti si becca 13 mesi di squalifica, mentre tutti i componenti del comitato si salvano? Ma è possibile una cosa del genere? 
Pacifici: Io in quel periodo non ero presente, quindi prendo atto di quelle che sono le conclusioni sia della Procura federale che della magistratura ordinaria.
Roma: Però, perché uno si becca 13 mesi e gli altri la fanno franca?
Pacifici: Sulle dinamiche della Procura non so dire, io sono uomo di campo e ho un modo di fare completamente diverso, fa parte delle persone. 
Roma: Io le dico così sa, al di là dei formalismi, se uno vede che L’Aia fa verbali che attestano il falso, che mandano a casa arbitri che magari meriterebbero e fanno restare chi magari in teoria non lo meriterebbe. Non è un po’ inquietante per il tifoso che sul calcio ci mette i soldi?
Pacifici: Guardi, Io dico che non è quella l’immagine dell’Aia, se poi c’è qualche errore di percorso ne prendiamo atto e sicuramente cerchiamo, attraverso l’errore di percorso, di non ricaderci e fare meglio. E questo è il mio impegno personale. 
Roma: E allora, a proposito di impegni, io le chiedo proprio per la trasparenza, ma non sarebbe il caso di pubblicare tutti gli audio del Var subito dopo le partite e pubblicare anche dopo le partite i voti che prendono gli arbitri e i Var?
Pacifici: Arriveremo anche a questo. Ma c’è un problema anche legato al giudice sportivo. Come vede, anche l’open Var è cambiato. Praticamente c’è l’ascolto dell’audio a caldo di alcune situazioni.
Roma: Ma anziché alcuni audio possiamo far ascoltare ai tifosi tutti gli audio del Var?
Pacifici: Noi possiamo fare tutto quello che vogliamo, ovviamente in linea con quanto previsto dai regolamenti dalla FIGC, dalla possibilità di rivedere gli episodi e sentirli.
Roma: Quand’è che potremo dire ai tifosi una data in cui finalmente potranno ascoltare tutti gli audio del Var?
Pacifici: C’è un passaggio tecnico che va fatto, ecco, senza dubbio.  
Roma: Quanto ci vuole per fare questo passaggio tecnico?
Pacifici: Dobbiamo sentire la Federazione, Gravina, e vedremo se possiamo andare su questa strada. 
Roma: Il presidente ci sta dicendo che presto potremo ascoltare tutti gli audio del Var?
Pacifici: Perché no. 
Roma: E quando?
Pacifici: Questo non dipende da me, ma i tempi sono brevi. Due mesi massimo.
Roma
: Massimo due mesi e noi tifosi potremo ascoltare… 
Pacifici: Gli audio integrali dei Var del dopo partita. Perché no.
Roma: E visto che oggi lei è molto proiettato verso la trasparenza, possiamo fare la stessa cosa, cioè pubblicare i voti che prendono gli arbitri e i Var?
Pacifici: Secondo me in questo c’è anche un problema di privacy personale ma di chi riceve i voti. Questo è un aspetto legale che va attribuito.  
Roma: Però, presidente, gli arbitri svolgono una cosa di interesse pubblico. 
Pacifici: Sì.
Roma: E tra l’altro incide sui risultati sulle persone e sulla collettività.
Pacifici: Sì, perché riguarda un giudizio personale.
Roma: Però un giudizio personale di una persona che ha arbitrato davanti agli occhi di milioni di persone. Come il tifoso la sera può vedere in tv la classifica della Serie A perché non può vedere la classifica degli arbitri?
Pacifici: Probabilmente arriveremo anche a quello senza problemi, cioè, non ho necessità di nascondere nulla perché noi siamo trasparenti, anzi più siamo trasparenti e, secondo me, più siamo credibili.
Roma: E allora, ci fa vedere il voto che ha preso Doveri in Genoa-Inter?
Pacifici: Quello lo dovremmo chiedere a Rocchi. Io non ce l’ho in tempo reale.
Roma: Una telefonata al volo a Rocchi Vogliamo farla?
Pacifici: Poi gliela faremo.
Roma: Ora stiamo affrontando i temi in grande trasparenza, facciamolo adesso.
Pacifici: Che cosa gli dobbiamo chiedere?
Roma: Tre voti Doveri, Genoa-Inter, Di Bello, Juventus-Bologna altra partita controversa, e Massa, Napoli-Inter.
Pacifici: Io penso che il fatto riguardi direttamente le persone e bisognerebbe prima sentire le persone. 
Roma: Se scopriamo che a quell’arbitro è stato assegnato un voto alto, da tifoso può venire qualche dubbio.
Pacifici: Però io vi dico: gli osservatori sono dei tecnici. Magari la valutazione di un episodio non incide su una prestazione che invece è estremamente positiva. 
Roma: Faccia questa telefonata a Rocchi, o oggi o mai più!
Pacifici: No, no. 
Roma: È oggi che stiamo chiarendo tutti gli aspetti. 
Pacifici: No, no, poi coinvolgeremo anche Rocchi. Non ci sono problemi. 
Roma: Presidente non si tiri indietro. 
Pacifici: Io non mi tiro indietro. Poi lo chiamiamo, non ci sono problemi. 
Roma: Quando lo chiamiamo?
Pacifici: Ci ridiamo un appuntamento. 
Roma: Vanno rispettati anche i tifosi che hanno bisogno di capire se veramente nel mondo arbitrale c’è meritocrazia oppure no, se c’è trasparenza. 
Pacifici: Io le posso assicurare che c’è assoluta meritocrazia. Sono convinto che i migliori vanno avanti sempre.
Roma: Non è anche nell’interesse degli arbitri stessi rendere note le valutazioni che ricevono?
Pacifici: Probabilmente sì. Se fosse per me non ci sarebbe nessun tipo di problema.

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