Cassano punge Leao: “Non è un campione. 10 anni fa non avrebbe giocato nemmeno in squadre da ottavo posto”

L’ex fantasista rossonero Antonio Cassano, ospite ieri a “La Domenica Sportiva”, programma in onda su Rai 2, ha parlato di Rafael Leao, numero 10 del Milan.

In passato sei stato un po’ severo su Leao dicendo che è tanto fumo e niente arrosto, ti sei ricreduto?“, questa la domanda che ha acceso il barese, alla quale ha risposto così: “Assolutamente no. Continuo a pensarlo”.

“Se vado a vedere come esterno Rashford, che l’anno scorso fa 26 gol, giocando in un campionato meraviglioso, facendo le due fasi. Kvaratskhelia arriva e fa un campionato meraviglioso, facendo le due fasi. Foden ha già fatto 21 gol e 10 assist; parliamo di cosa? Siccome in Italia il campionato non è buono, il problema è che lui pensa di essere un fenomeno e c’è gente che gli va dietro. È un buon giocatore che ha una gran forza fisica. Finito“.

Ha fatto 8 gol ma per 5 mesi e mezzo non ha segnato in un campionato farlocco. Dobbiamo ricordarci che nel campionato italiano non c’è qualità, non c’è intensità e non c’è ritmo. Poi fa due giocate, due accelerazioni ‘Aahh, è forte, vale…’. Vale cosa? Quando giocavo io 10, 15 anni fa lui non poteva giocare neanche in squadre che lottavano per il sesto o settimo posto“.

“Il problema è che c’è gente che ha una stampa molto buona. Purtroppo io ho giocato a calcio e i campioni, i fenomeni, ho avuto il privilegio di giocarci insieme e di vedere quelli che fanno la differenza reale”.

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