Milan senti Maldini: “A San Siro non vado più. Lo scudetto dell’Inter? La loro vittoria non un caso, c’è stata un’idea di strategia”
Paolo Maldini ex capitano e leggenda del Milan, si è raccontato a tutto tondo ai microfoni di Radio Serie A.
L’ex prima difensore e poi dirigente dopo una vita passata con i colori rossoneri come seconda pelle, si è separato dal Milan poco più di un anno fa’ e non senza polemiche.
Un addio che non ha giovato a entrambe le parti, il Milan ha perso un punto di riferimento importante sia per la società che per i giocatori stessi, Maldini invece ha per ora interrotto la sua carriera da dirigente. Scrive TMW, nell’intervista rilasciata a Radio Serie A Paolo Maldini si è raccontato a tutto tondo, partendo dal suo legame con il Milan:
“Era qualcosa presente da prima che io nascessi, mio papà è stato calciatore del Milan. È la squadra della mia città, l’ambiente dove sono cresciuto. Ho iniziato a giocarci a dieci anni e ho smesso a quarantuno, va al di là del tifo o del lavoro: è estrema passione”.
Il secondo capitolo in rossonero Maldini lo ha vissuto nei panni da dirigente, questo il suo commento su ciò che è stato il suo percorso nella società:
”Ho capito di voler fare il dirigente quando mi hanno chiamato, non sempre hai ben chiaro quello che vuoi fare, ma ho provato a capire quello che non avrei voluto fare. Non volevo fare l’allenatore, non volevo lavorare in televisione. Quando è arrivata l’opportunità ho analizzato bene la cosa, con Leonardo ho trovato una persona con i miei stessi principi e ideali, si parla sempre di lavoro di squadra all’interno di un club. Ho scelto di fare il dirigente in primis perché era il Milan, poi nei trentuno anni di esperienza ho avuto cose da raccontare e insegnare.
Poi c’è il lavoro in sé, che è tutt’altro rispetto a ciò che ci si aspetta”.
Maldini si è lasciato poi andare a una dichiarazione che nelle scorse settimane era nell’aria, ma una volta confermata dallo stesso, fa senza dubbio male al tifoso rossonero:
“Io allo stadio a vedere il Milan? No, non vado più, è logico. Lo seguo insieme a Monza ed Empoli dove giocano i miei figli. Ho creato tanti rapporti, è una questione di relazioni. Quello che abbiamo creato non è stata solo una squadra vincente, ma anche tante relazioni con i giocatori. Ne sono arrivati circa trentacinque nel corso dei cinque anni, con ognuno di loro si è creato un rapporto speciale. Quando vedo la fascia sinistra del Milan è sinceramente uno spettacolo”.
Infine Maldini ha commentato la vittoria della seconda stella da parte degli eterni rivali. Per l’Inter di Simone Inzaghi solo parole al miele da parte dell’ex bandiera rossonera che ha promosso a pieni voti il lavoro fatto dalla società nerazzurra:
“È molto indicativo quello che è successo. L’Inter ha una struttura sportiva che determina il futuro dell’area sportiva. È stata gratificata con contratti a lunga scadenza, c’è stata un’idea di strategia. Non è un caso che il Napoli sia andato male dopo gli addii di allenatore e direttore sportivo. Si dà poca importanza alla gestione del gruppo, a volte si considerano i giocatori come macchine che devono produrre qualcosa, ma per farlo servono persone che li aiutino a farlo. Il supporto ai calciatori credo che sia ancora qualcosa di inespresso nel calcio sia in Italia sia a livello mondiale, ci si dimentica che sono ragazzi giovani che hanno bisogno di supporto e di qualcuno che dica loro le cose come stanno, non sempre è facile arrivare a parlarne con loro”.
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