Paul Valery diceva che in un addio o ci si dispera o ci si dimentica. Nel caso di Olivier Giroud con il Milan non sarà nulla di tutto questo. Una storia che è nata per caso, in piena estate tre anni fa, volo diretto da Londra alla Milano rossonera. Un amore subito reciproco e sbocciato al primo tocco del pallone. Il timore della ‘9’ si è trasformato in un sollievo di vederla sulle spalle di un ragazzone. Oggi su Milan TV, Giroud ha annunciato il suo addio a questa maglia con la quale ‘si è girato’. A questa gente che ha cantato in suo nome.
Alla prima stagione rossonera l’ex Chelsea doveva smentire le voci in grassetto che dicevano “bollito“, “scarto“. Al Milan prende la 9, diventata terrore dei tifosi dopo i ricordi di Pippo Inzaghi. Eppure è da subito grinta, professionalità, quel guizzo da eterno giovane anche a 34 anni che fanno di Giroud un 9 da Milan. Il tabellino conterà 11 gol e 3 assist, con l’aggiunta di “Bomber vero“. Si sa, in amore esistono nomignoli, esistono carinerie. I tifosi del diavolo hanno accolto coi cori un nuovo idolo, proteggendolo da chi si è professato “intenditore di calcio”. Le stagioni di calcio sono come i viaggi, hanno delle tappe fondamentali segnate in rosso. I tifosi non scorderanno le girate al derby, quella piroette su De Vrij che è finiti nei libri di storia in Via Aldo Rossi. La linguaccia più famosa in quel di Milanello, con sfondo uno scudetto che porta impresso il suo nome. Guardando quest’anno non sembra passato un secondo, anzi forse sembra che tutto sia rimasto come prima. Giroud ha 37 anni e come un bambino ha segnato, gioito e si è disperato. Insomma ha fatto l’innamorato. Suoi 14 gol e 8 assist questa stagione, la sua seconda migliore di sempre. Eppure, non ce ne vogliano gli intenditore di cui sopra, ci sembra ingiusto non dirgli neanche grazie. Alle volte è bello innamorarsi dei giocatori che si emozionano, guardano quello stemma e sanno di aver dato tutto (forse anche troppo) in quel tempo
A fine stagione, all’ultima a San Siro contro la Salernitana ci si saluterà a dovere, si ricanterà di bei gol e di stupende storie nel segno di un diavolo risollevato. Giroud andrà in America, MLS sponda Los Angeles FC. Il Milan in goni caso, ha avuto un campione di razza, uno di quelli a cui si stringe la mano, a cui si dice grazie per le cose belle e ci si danna insieme (come gli innamorati d’altronde) di quelle brutte successe. Ma Olivier sappia una cosa: questa è stata la storia di un amore interrotto consapevolmente, ma che sotto sotto non finirà mai.
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