Sarri: “Nessuna chiamata da club italiani, mi spiace. Si punta sui giovani e ok, ma l’esperienza non va cestinata”
Maurizio Sarri, ex allenatore della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Ecco alcuni estratti:
Col valzer degli allenatori in serie A a lei non sono arrivate telefonate?
“Non da club italiani, purtroppo. E sinceramente un po’ mi spiace, c’erano panchine libere in squadre che immaginavo potessero fare per me. Non sono stato interpellato neanche per una chiacchierata. Sono i presidenti a decidere, ci mancherebbe. Ma meritavo di essere ascoltato almeno un quarto d’ora”.
Si riferisce, per esempio, a Milan e Fiorentina?
“Erano due squadre adatte a me, certo”.
Si è dato una spiegazione?
“Si punta sui giovani, e va anche bene. Ma l’esperienza resta un valore, non va cestinata. Basta vedere l’età degli allenatori che quest’anno hanno vinto Conference, Europa e Champions League: 63, 66 e 65 anni. Non è un caso. Poi, certo, se nessuno mi ha cercato probabilmente è stato perché ho sbagliato anche io qualcosa, una riflessione intima va fatta”.
E se fosse per le etichette che negli anni le sono state attribuite? Qualche lamentela di troppo…
“Calendari affollati e terreno di gioco spesso non all’altezza? Sì lo ribadisco. Il punto è che lo hanno detto anche Klopp e Guardiola ma nessuno ha commentato, se è Sarri a lamentarsi e allora apriti cielo. Faccio io una domanda a lei: si farebbe operare da un chirurgo che ha il bisturi arrugginito? Bene, un calciatore non può giocare in un campo non idoneo”.