Shevchenko: “In Ucraina si continua a morire, i nostri gol per il riscatto. Per noi questo non un Europeo qualsiasi”
“Aspettiamo di avere buone notizie” dal summit sulla pace in Svizzera. “Aspettiamo che si parli di futuro, il presidente ha incontri importanti e l’Ucraina ha bisogno di attenzione e appoggio. Ha sempre avuto e sempre sentito il sostegno dell’Europa e degli Usa, ma adesso è il momento di rinnovarlo, di renderlo ancora più concreto in mezzo a tanta distruzione”. A dirlo, in un’intervista alla Stampa, è il presidente della Federcalcio ucraina, l’ex attaccante del Milan e Pallone d’Oro, Andriy Shevchenko, che è anche tra i consiglieri di Zelensky. “Io non sono un politico – spiega – noi ci auguriamo semplicemente che al G7 e soprattutto a Lucerna, al tavolo per la pace, si mettano le basi per un assetto che porti alla fine della guerra. Può essere un inizio. Il presidente Zelensky ha chiaro il fatto che bisogna muoversi per un futuro possibile. Un summit che promuove la stabilita’, è il posto giusto per guardare al domani e provare a immaginarlo”. “Ci metto la faccia, se la mia popolarità può servire ne sono felice. Questo è il momento, anche per dare una spinta alla nazionale che ha la possibilità di tenere alto il nome dell’Ucraina. Fare un buon Europeo significherebbe molto”, dice Shevchenko.
“La nostra qualificazione è la dimostrazione che il Paese vuole vivere, tifare, non rinuncia alla quotidianità, guarda oltre il conflitto. Passare il turno darebbe un grande morale. Cosi’ come i soldati al fronte ci devono difendere, i giocatori agli Europei, come gli atleti alle Olimpiadi, ci devono rappresentare. Lo sport ha un potere forte e lo deve adoperare. Senza nascondersi. La nazionale è una squadra giovane e ambiziosa, è lo specchio del Paese oggi. Deve essere un esempio, mettere in campo ogni dote per richiamare l’interesse che sta scemando mentre la guerra va avanti da troppo tempo”. “È ovvio – sottolinea – che questo non sia un Europeo qualsiasi e per noi ogni gol vale l’inimmaginabile. Lunin, portiere del Real Madrid e Mudryk, attaccante del Chelsea vengono da Krasnohrad, regione costantemente devastata dai russi. Shaparenko, talento della Dinamo Kiev e’ originario di Velyka Novisilka, un posto distrutto dove oggi non c’è acqua né elettricità. Matvienko e Zubkov, dello Shakhtar Donetsk, sono nati rispettivamente a Saky, in Crimea e a Makiivka, territori occupati dai russi cosi’ come Donetsk, ovviamente, la citta’ di Taloverov e Trubin. Malinovsky, che conoscete bene perché gioca nel Genoa, è di Zhytomy, presa quotidianamente di mira dagli aggressori”. Per preparare l’Europeo “sono due anni e mezzo che ci arrangiamo, vale per ogni singolo ucraino. Ormai siamo pronti a qualsiasi cosa succeda. Siamo stati obbligati a giocare altrove, distanti dagli affetti e dalle radici e abbiamo sempre trovato molto calore, gente interessata alla nostra storia. Le grandi competizioni amplificano qualsiasi vibrazione e pensiero, credo che agli Europei la squadra non si sentirà sola”.
Fonte: Sportmediaset