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Di Canio distrugge Leao: “Ai miei tempi lo avrebbero attaccato al muro a cazzotti”. La replica del portoghese non si fa attendere

L’ex attaccante di Lazio e Juventus tuona: “Il mister e i compagni si sentono declassati da questo atteggiamento. E’ delegittimazione!”

L’ex calciatore ed attuale opinionista di Sky Sport, Paolo Di Canio, ha rivolto parole particolarmente ruvide nei confronti dell’attaccante del Milan Rafael Leao.

Al centro della diatriba il discusso gesto del portoghese (e del compagno Theo Hernandez) durante la partita disputata lo scorso 31 agosto in casa della Lazio, quando nel corso della pausa per ‘cooling break’ i due giocatori, partiti dalla panchina nel match dell’Olimpico, non si sono avvicinati al resto della squadra verso la panchina, ignorando l’invito dei compagni che gli avevano esortati a raggiungere il tecnico Paulo Fonseca per udirne le indicazioni.

In merito, l’ex attaccante biancoceleste si è espresso così: “Adesso sento i buonisti dire che sono ragazzotti così, da otto milioni. Cose che capitano. Ma stiamo al Milan! Adesso non voglio fare populismo, ma questa cosa è una vergogna. Il capitano si mette là a parlottare. È delegittimazione! Ai miei tempi li avrebbero attaccati al muro con i cazzottoni. Ma veramente, che state facendo? Il mister, i compagni di squadra si sentono declassati da quell’atteggiamento“.

Il diretto interessato, che ha dimostrato in più di un’occasione di mal digerire le critiche, ha replicato pubblicando via X una foto ritraente lo stesso Di Canio nell’atto dell’esultanza del saluto romano, risalente alla sfida tra Lazio e Roma datata 6 gennaio 2005, infiammando ulteriormente la polemica.

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