Di Mariano: “Mio zio? Il Maradona di Palermo. Ricordo quanto ha lottato fino all’ultimo. Spero di renderlo orgoglioso”

All’uscita dalla camera ardente di Salvatore Schillaci, attaccante icona del Mondiale di Italia ’90, allestita presso lo stadio ‘Renzo Barbera’ di Palermo ha preso la parola Francesco Di Mariano, attaccante del Palermo e nipote del bomber azzurro, ecco le parole registrate da TMW:

“Era una persona così buona a cui tutti volevano bene. Ricordo quanto ha lottato ed è stata veramente dura. Ci ha provato fino all’ultimo ma questa battaglia non è riuscito a vincerla. Negli ultimi tempi ci siamo sentiti poco per via degli impegni col Palermo, ma ricordo di averlo visto il 31 di agosto e l’ho trovato positivo. Abbiamo parlato come sempre di calcio e mi disse che la cosa più importante era buttare la palla dentro. Il giorno dopo ho segnato e questo è un ricordo che porterò sempre con me.

Che messaggio le ha lasciato in quanto calciatore?
“Mio zio è stato un punto di riferimento. Dopo di lui in famiglia sono stato il primo ad arrivare fra i professionisti e sono cresciuto sempre col sogno di arrivare in azzurro come lui. Ogni volta che mi sono allenato con lui o con gli altri zii mi dicevano di guardare i suoi piedi e come giocava. È partito dal nulla e spero che nel mio piccolo possa averlo reso orgoglioso”.

Ha mai rivisto qui gol iconici di Italia ’90 con lui?
“Li ho visti su YouTube ed è stato emozionante. Sprizzava gioia ed emozione dai suoi occhi. È stata una persona venuta dal nulla”.

Fonte: TMW