Totò Schillaci, scomparso ieri, viene descritto così dall’ex compagno di Nazionale Aldo Serena in un’intervista a Tuttosport: “In campo era completamente imprevedibile, una mina vagante. Non sapevi dove potesse andare o cosa potesse inventarsi. Era praticamente impossibile integrarlo in uno schema o un’idea di manovra offensiva, ma era straordinariamente creativo e dotato di una tecnica micidiale. Gli davi la palla a lui e qualcosa si inventava. Nell’estate del 1990 devo dire che l’ho ammirato. Perché diventare dal nulla capocannoniere di un Mondiale porta la pressione esterna da zero a un milione e bisogna essere bravi a gestirla senza impazzire. Lui è stato bravissimo, non ha perso il suo modo di essere, non si è dimenticato da dove veniva. In quel periodo era diventato, nel giro di due settimane, uno dei calciatori più famosi del mondo, mica uno scherzo”.
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