Il Milan e la Champions del 2003, ora lavora in concessionaria | Il calcio lo ha annoiato: “Preferisco i film”

Milan vincitrice della Champions League nel 2003 (WIkipedia Soccer illustrated FOTO) goalist.it
Ha vinto svariati trofei, come una Champions League. Eppure ora il calcio non fa più parte della sua vita. Cos’è successo?
Di solito, quando un calciatore si ritira, resta nell’ambiente: diventa allenatore, dirigente, opinionista… insomma, trova un modo per non allontanarsi dal pallone. Ma ci sono anche quelli che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, spariscono dal mondo del calcio e si dedicano a tutt’altro.
Un caso famoso è quello di Fabien Barthez, portiere campione del mondo con la Francia e vincitore della Champions League con il Marsiglia nel 1993. Dopo il ritiro, invece di diventare allenatore, ha scelto il mondo dei motori e ha iniziato a correre nelle gare automobilistiche. Un cambio di vita totale.
Anche Alberto Tomba del calcio, ovvero Bernd Schuster, vincitore della Champions con il Barcellona nel 1982, ha avuto una carriera da allenatore, ma poi ha deciso di lasciare il calcio per dedicarsi agli affari e a una vita più tranquilla lontano dai riflettori.
Non tutti sentono il bisogno di restare legati al calcio. Alcuni preferiscono reinventarsi, viaggiare, godersi la famiglia o lanciarsi in nuove passioni. E forse è proprio questa la vera vittoria: poter scegliere liberamente cosa fare dopo una carriera piena di successi.
Una vita tra i pali, poi il cambio di rotta
Christian Abbiati ha passato anni a difendere la porta del Milan con la serietà e la freddezza di chi sa di avere un ruolo fondamentale. Sempre concentrato, mai sopra le righe, un leader silenzioso che ha costruito la sua carriera senza mai cercare i riflettori. E nonostante una bacheca piena di trofei, non ha mai avuto quella smania di restare nel mondo del calcio a tutti i costi.
Molti ex giocatori, dopo il ritiro, restano nell’ambiente: chi fa l’allenatore, chi il dirigente, chi il commentatore TV. Ma Abbiati? No, lui ha fatto una scelta diversa, e quando ha appeso i guantoni al chiodo, ha chiuso con il pallone per dedicarsi a una passione che aveva da sempre: le moto. E non un semplice hobby, ma un vero e proprio lavoro.

Uno stravolgimento totale
Oggi Abbiati è amministratore delegato di una concessionaria Harley-Davidson a Milano, vicino a San Siro, il tempio dove per anni ha giocato. Non si occupa delle vendite o dell’officina, ma della gestione dei fornitori, dei pagamenti e dell’organizzazione di eventi.
E il calcio? Lo segue poco, quasi per caso. Se c’è una partita interessante bene, altrimenti preferisce guardare un film. “Se c’è un film che mi interessa e la partita, è più facile che guardi il film” (Gazzetta dello Sport). Un distacco netto, ma sereno, segno che ha trovato una nuova strada che lo rende felice.