Un’espulsione costata carissima all’arbitro: colpito con un pugno al volto | Chiamati d’urgenza Carabinieri e 118

Illustrazione di un cartellino rosso (Depositphotos FOTO) - goalist.it
L’arbitro ha fatto il suo lavoro, eppure non si sarebbe mai aspettato un risvolto del genere. Intervengono le forze dell’ordine.
Il calcio può scaldare gli animi, e a volte un cartellino rosso diventa la scintilla che fa esplodere il caos. Uno dei casi più famosi è quello di Zinedine Zidane nella finale dei Mondiali 2006: dopo l’espulsione per la testata a Materazzi, la Francia perse ai rigori contro l’Italia.
Ci sono stati episodi ancora più violenti. In Brasile, una partita tra dilettanti finì in tragedia quando un arbitro espulse un giocatore, e quest’ultimo lo accoltellò a morte. Un episodio folle, che mostra come il calcio possa trasformarsi in qualcosa di molto più oscuro di un semplice sport.
Anche a livello professionistico, un rosso può accendere risse memorabili. Nel 2007, Valencia-Inter di Champions League finì con una maxi rissa dopo l’espulsione di Burdisso, culminata con un pugno di David Navarro e inseguimenti tra giocatori persino negli spogliatoi. Il calcio spettacolo si era trasformato in un ring da boxe.
A volte, l’espulsione rovina non solo una partita, ma un’intera carriera. Come accadde a Roy Keane, che ammise di aver volutamente spezzato il ginocchio a Haaland in un fallo da rosso diretto, distruggendo la carriera del norvegese.
Un rosso di troppo
Il calcio giovanile dovrebbe essere una palestra di crescita, un posto dove si impara il rispetto, la disciplina e la passione per il gioco. Ma, purtroppo, a volte diventa il teatro di episodi che con lo sport non hanno nulla a che fare. Succede che la tensione prenda il sopravvento, che la rabbia diventi incontrollabile, che un momento di frustrazione rovini tutto. E così, da una semplice espulsione, si arriva a una scena che non vorresti mai vedere su un campo da calcio.
Quello che è successo all’Under 16 del Cannara è il classico esempio di come la linea tra agonismo e violenza possa essere superata in un attimo. Un giocatore che, invece di accettare la decisione arbitrale e incassare il cartellino rosso, ha perso completamente la testa.

Una situazione incredibile
Tutto è successo dopo il fischio finale. Il giovane, già su di giri, ha iniziato a insultare pesantemente l’arbitro mentre rientrava negli spogliatoi. Poi, al momento della notifica ufficiale dell’espulsione, è successo l’impensabile: ha caricato il braccio come se stesse per sferrare un colpo in un incontro di boxe e ha tirato un pugno in pieno volto al direttore di gara.
L’arbitro, in evidente difficoltà, è riuscito comunque a rientrare negli spogliatoi e a chiamare i soccorsi. Poco dopo, il 118 era già sul posto e i medici, dopo averlo visitato, hanno deciso di portarlo in ospedale per accertamenti. La Figc non ha avuto dubbi: squalifica fino al 30 settembre 2029. Quattro anni e mezzo lontano dai campi, un provvedimento durissimo, ma inevitabile.