Tudor: “Vlahovic? Giocatore fortissimo, può giocare in coppia con Kolo. Voglio raggiungere gli obiettivi. Sul contratto…”

Primo allenamento di Tudor come mister della Juve (JuventusFC foto) - www.goalist.it
“Non posso paragonare la mia Juve con quella di Motta, io faccio il mio. Lippi? Un simbolo di questa società”
Igor Tudor, neo allenatore della Juventus, si è così presentato oggi in conferenza stampa, il quale resterà in bianconero almeno fino alla fine della stagione (con il Mondiale per club):
I primi giorni a Torino…
“Vorrei salutare tutti, vedo facce conosciute, ringrazio il direttore e tutta la Juventus per questa opportunità, darò tutto e spero di fare un lavoro giusto. Le emozioni ci sono, tutti vorrebbero allenare la Juve. C’è la voglia di lavorare bene e di raggiungere l’obiettivo di qualificazione in Champions. Credo tanto in questa squadra, i giocatori sono forti. Non ci sono scuse. Nei calciatori cerco responsabilità”.
Vlahovic?
“Vlahovic ha fatto un bel gesto, si tratta di un giocatore fortissimo, sono felice di allenarlo. Sono fatti non parole, è un giocatore che ha tante doti di giocatori di prima classe. È veloce, forte, fa gol, motivatore anche. Abbiamo parlato e ci siamo messi a lavorare. Ha voglia di ripartire. C’è lui e Kolo Muani, due attaccanti forti che possono anche giocare insieme. Ho trovato una rosa forte e giovane, è bello e stimolante”.
Tanti giocatori importanti nella Juve che non sono riusciti ad esprimersi al massimo…
“Quando un giocatore è forte, è facile trovare il ruolo. Ho visto tutti i ragazzi dispiaciuti, quando un allenatore va via è anche responsabilità loro, ma li ho visti vogliosi di ripartire. Koopmeiners e Yildiz sono due giocatori con caratteristiche rare che possono fare gol. Io proverò a trovare le posizioni giuste dove possono rendere di più, è il mio obiettivo. Devono sentirsi a loro agio giocando”.
Definito “Mr Wolf”…
“Quasi sempre è grigio, né bianco, né nero. Mi considero un allenatore che nella sua carriera, lo faccio già da 13-14 anni, a volte posso essere anche un po’ particolare perché faccio scelte con il cuore. Si vive nel presente, nel momento, anche in questo lavoro qui. Avere 10 anni di contratto a me veramente conta poco, vorrei averlo, ma faccio lo stesso il mio lavoro. C0sì va vissuta la vita da allenatore. Il futuro ed il passato non possiamo controllarlo”.
Squadra molto giovane… ha intravisto i leader in questi giorni?
“È vero che questa gioventù, ci sono generazioni e culture diverse da 20-30 anni fa. C’era tanta più personalità ovunque prima, va detto che si è presa una strada del cambiamento con tanti calciatori. Quando sei alla Juve a nessuno importa se sei giovane o vecchio, devi essere forte e crescere in fretta. La Juve deve scegliere le persone giuste che fanno il proprio lavoro e basta, se si sbagliano persone non è così, qui invece c’è sempre gente che sceglie che ha qualità. Poi inoltre la cultura del lavoro, l’umiltà di Del Piero, Zidane, Montero”.
Chi sarà il capitano?
“Tutti devono assumersi le proprie responsabilità ed andare nella stessa direzione. Bisogna costruire la mentalità del gruppo. Il capitano sarà sempre Manuel Locatelli, giusto così perché sono arrivato ieri. Lui ha le doti giuste per fare quello”.
Su cosa è importante puntare?
“Io credo tanto su cosa bisogna lavorare, su tutto, bisogna dare un po’ di spensieratezza ma nello stesso momento la cattiveria mentale, concentrazione ed anche aspetti tattici. Bisogna andare forte consapevoli di quello che rappresentiamo”.
All’inizio punterà subito con la difesa a tre?
“C’è l’importanza, sempre, ma bisogna trovare l’assetto giusto per i giocatori che hai. La differenza la fa lo spirito”.
In cosa sarà diversa la sua Juve?
“Non posso paragonare la mia Juve con quella di Motta, io faccio il mio. Vedo e provo in allenamento. Spero di far vedere già qualcosa, lo spirito non deve mancare, dal punto di vista tattico. Chiaro che per le cose giuste serviranno 2/3 settimane. Koopmeiners è un giocatore che viene da grandi annate, è un giocatore forte, è mio compito farlo rendere al massimo. Sono sicuro che lo farò. Non mi va di commentare quanto successo prima del mio arrivo: io voglio lavorare, non voglio stare qui a dire quello che c’era o mancava. Lavoreremo sicuramente sui calci piazzati, parte fondamentale oggi e ci concentreremo anche su quello”.

La prima parola quando mi ha chiamato la Juve?
“Non mi ricordo, ma è una bella cosa. Ai ragazzi ho detto tante cose, man mano che rientravano dalle Nazionali”.
Trasmettere ai ragazzi?
“A Perin ieri l’ho detto, arrivo a 20 anni, dovevo fare una terapia. Vedo Zidane, volevo lasciargli il posto, e lui mi ha detto no”.
Duro o no?
“Bella domanda, ma tutte e due. C’è voglia di ripartire ma bisogna mettere il casco e pedalare. Prepararsi, mettere la cattiveria giusta, ma senza ansia e pressione”.
Che squadra vedremo?
“Non bisogna rinunciare a niente, voglio gente che si diverta, bisogna correre e divertirsi, se io attacco devo anche lavorare sulle preventive. Bisogna essere completi sotto tutti i punti di vista. Il mondo è sempre più esigente”.
Che cosa si aspetta dai tifosi e dal Genoa?
“I tifosi sono sempre stati importanti e sono sicuro che sabato saranno un bel supporto, un club si ama anche in momenti così. I ragazzi ci tengono e sono sicuro che faremo una bella gara. Partita difficile con il Genoa, ha qualità, doti e con Vieira, che è un allenatore capace, è riuscito a trasmettere le cose giuste. Li rispettiamo tanto consapevoli dei nostri mezzi”.
I francesi della Juve?
“Ieri ho sentito il papà di Thuram. Kolo l’ho visto ieri, giocatore fortissimo, l’ho visto giocare contro la Croazia, sono contento di averlo e cercheremo di usarlo nel miglior modo possibile per la squadra”.
Lippi?
“Lippi è l’allenatore che mi ha portato alla Juventus: se penso a Marcello, penso a questa squadra, rappresenta il meglio. Gli voglio bene ed è un simbolo di questa società”.