“Preoccupati per la sua salute”: ammissione choc del team Principal: “Abbiamo dovuto mandarlo via”

Illustrazione di due ambulanze (Pixabay FOTO) - goalist.it
Erano tutti preoccupati per la sua salute, e il suo allontanamento è stato purtroppo inevitabile. Cos’è successo?
A volte nello sport, come in ogni ambiente di lavoro, anche i dirigenti o membri dello staff devono fermarsi. È successo che qualcuno venisse allontanato, non per mancanza di capacità, ma perché stava male e non riusciva più a dare il massimo.
Un caso famoso è quello di Pat Fry in Formula 1, che ha dovuto prendersi una lunga pausa per problemi di salute. Anche se era un tecnico stimatissimo, le pressioni e il ritmo folle lo avevano messo in seria difficoltà.
Nel calcio, Marco Rossi, attuale CT dell’Ungheria, ha raccontato di aver lasciato incarichi in passato per esaurimento nervoso. Quando il fisico o la mente non reggono più, spesso è meglio staccare prima che sia troppo tardi.
Sono storie che ricordano una cosa importante: anche chi sta dietro le quinte, lontano dai riflettori, ha bisogno di prendersi cura di sé. Nessun successo vale la salute.
Non siamo macchine
Di solito, in Formula 1, i piloti sembrano quasi… boh, dei supereroi? Sempre perfetti, sempre pronti a spingere al massimo. Però ogni tanto, dietro la visiera scura, c’è un ragazzo che magari sta lottando con qualcosa di molto più grande di lui. È un po’ quello che è successo a Liam Lawson, giovane promessa neozelandese, promosso alla Red Bull a fine 2024 e poi rispedito in Racing Bulls dopo appena due gare.
Christian Horner, boss del team, ha raccontato che non si è trattato solo dei soliti numeri o della solita pressione per i punti. C’era di mezzo la salute di Lawson. Horner ha spiegato al The Telegraph che a un certo punto si sono accorti che Liam stava proprio soffrendo, tanto che i suoi ingegneri hanno bussato alla porta del capo dicendo, più o meno, “Ehi, guarda che qua la situazione è seria”.

Proteggerlo per salvarlo
Anche Helmut Marko, uno che di solito è duro come il marmo, stavolta ha mostrato un lato più morbido. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, dice che gli dispiaceva vedere Lawson in difficoltà. Hanno preso la decisione in fretta per salvargli la carriera.
Insomma, volevano evitare che si bruciasse troppo presto, come purtroppo è successo a tanti altri prima di lui. Marko ha pure ammesso che, in tutta la storia della Red Bull, solo Verstappen è riuscito a domare una macchina così tosta. Per un rookie era praticamente una missione impossibile.