Di Marzio-Maradona e quel destino chiamato Napoli

Di Marzio e Maradona

Si è spento due giorni fa Gianni Di Marzio, una figura indimenticabile per il calcio italiano. L’ex allenatore e dirigente sportivo se ne è andato ad 82 anni. Ad annunciarlo è stato il figlio Gianluca, noto esperto di calciomercato, per Sky Sport.

Il viaggio a Buenos Aires, quel gioiellino lo folgorò

Fu proprio Gianni Di Marzio a scoprire il brillante talento di Diego Armando Maradona, se ne innamorò subito di quel gioiellino argentino di appena 16 anni che faceva faville per i cambi di Buenos Aires. Al suo ritorno in Italia, lo segnalò immediatamente al presidente del Napoli Corrado Ferlaino. A causa della chiusura delle frontiere al mercato, Maradona non potè trasferirsi. Un immenso rimpianto, sempre vivo, in Di Marzio, quello di non aver avuto l’onore di allenare El Pibe De Oro. “…e adesso vai da Diego così potrai finalmente allenarlo”, così il figlio l’ha voluto salutare sui suoi canali social.

Gianni Di Marzio ed il suo amico e pupillo Diego Armando Maradona

Maradona arrivò a Napoli, l’azzurro era nel suo destino, ma nel 1984, diversi anni dopo. Ed è lo stesso giocatore ed essere convinto di questo, allo sbarco a Capodichino El Diez disse: “Perché Napoli? Perché era destino, dal 1978, quando il primo a parlarmene fu Gianni Di Marzio che cercò già allora di portarmi qui”.

Il commosso ricordo

Di Marzio non dimenticò mai il suo grande amico, perchè Maradona è un giocatore ed un uomo che gli è rimasto nel cuore, uno di quelli che custodisci gelosamente. La notizia della morte de El Pibe De Oro lo sconvolse, a Radio Marte raccontò; “Ho avuto il piacere di tracciare la sua strada, gli ho parlato del Napoli. Sivori era il mio avversario, perchè era un mito e voleva portarlo alla Juventus. Ho cercato di stargli sempre vicino, lo portavo con me, ho visto la sua casa. L’avevo sponsorizzato con Juliano, fu poi lui l’artefice del suo sbarco all’ombra del Vesuvio. Gli avevo fatto un lavaggio mentale, per questo scelse Napoli. Sono stato fortunato, la città l’ha amato, e lui ha dimostrato di essere una leggenda”.

Con la voce rotta aggiunse “Non c’è più fisicamente ma vive nel mio studio, nella mia casa e nel mio cuore”. Ed ora ci piace immaginarli come nella foto inserita sopra, insieme, sorridenti, a studiare nuovi “numeri” da fare con il pallone, rincorrendo la loro più grande passione, il calcio, nei verdi campi del Paradiso.

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