Le due facce del mondo viola: la squadra tra gioia e perdono, Rocco tra livore e vendetta

Sembra che tutti stiano giocando per la Fiorentina. Almeno in Coppa Italia. Dapprima esce il Milan (col Torino), poi il Napoli (con la Cremonese), infine la Roma… ancora contro la Cremonese. Tutte e tre giocando in casa, tutte e tre dalla parte della Fiorentina. Dire che la finale è ad un passo (anzi due, visto che la semifinale si giocherà andata e ritorno) è una banalità, dire che la settima Coppa Italia è possibile… è buon senso. Anche se dall’altra parte del tabellone ci sono ancora Juve, Inter e Lazio. 

Domanda apparentemente semplice: può una squadra cambiare pelle e risultato in soli 10 giorni? La logica direbbe di no, la realtà ha detto di sì. Ok stasera in campo c’era Gonzalez, e non è un particolare trascurabile, ma impegno, dedizione e qualità di gioco sono apparse quelle dei giorni migliori. Più o meno quando c’erano Vlahovic, Torreira ed Odriozola. A proposito, non è che la squadra si è ritrovata quando (alla buon ora) ha segnato il centravanti? Ah, saperlo… 

Però, non è tutto oro quel che luccica. Nel dopo partita Rocco Commiso si è presentato ai microfoni di Mediaset, mostrando livore e istinti vendicativi. Contro giornali e giornalisti, sai che novità. Proprio nel giorno nel quale la Fiorentina (e Firenze con lei) ha gioito… e perdonato. Parliamo, nel secondo caso, di Amrabat, reintegrato a tempo di record dopo scuse, genuflessioni e dosi ingenti di cenere. Gioia e livore, perdono e vendetta, fateci caso… sostantivi come rette parallele, che non si incontreranno mai. E allora Rocco, cui prodest? Perché farsi sangue amaro quando la vita sa di dolce? Perché non prendersi i meriti propri senza evidenziare i (presunti) difetti altrui? Dai Rocco sorridi, per una volta… 

Editoriale a cura di Stefano Borgi

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