Lazio-Napoli: l’ingresso di Elmas ha stravolto la gara. L’analisi

Lazio e Napoli si sono affrontate per la 27esima giornata di campionato della Serie A 2021/2022. Entrambe le squadre venivano da un periodo non entusiasmante a livello di risultati, anche se con differenze. La Lazio, nonostante l’eliminazione in Europa League contro il Porto, il pareggio contro l’Udinese e la bruttissima debacle di Milano in Coppa Italia, ha comunque dimostrato di essere una squadra viva e di avere un’identità di gioco ben precisa. Rispetto ad inizio anno, il club biancoceleste sembra essere, ora, un gruppo più sciolto e ben messo sul campo. Il doppio confronto con il Porto ha comunque lasciato un po’ di amarezza, visto che le due prestazioni sono state positive. Di contro, il Napoli non vinceva una partita dalla trasferta di Venezia e anche le sue ultime uscite (specialmente contro il Barcellona in casa) non hanno messo in evidenza un gioco abbastanza fluido. Ai partenopei veniva accusato un calo costante nella seconda frazione di gioco. Questa partita, perciò, sarebbe stata un importante crocevia per quanto riguarda la stagione azzurra, dopo il ripetuto passo falso sia dell’Inter, che del Milan.

La Lazio si è schierata con il suo classico 4-3-3, con Strakosha a difendere la propria porta. Per la difesa, Sarri ha scelto: Marusic, Patric, Luiz Felipe e Radu. Il centrocampo era composto da Leiva come vertice basso del triangolo completato da Milinkovic-Savic e Luis Alberto. In attacco, il tecnico biancoceleste ha confermato Immobile come terminale offensivo e Felipe Anderson e Zaccagni sulle fasce.

Il Napoli ha optato per il consueto 4-2-3-1, con Ospina tra i pali. La difesa è stata quella solita, con: Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui. A centrocampo, Spalletti ha dovuto far fronte a qualche defezione importante, perciò ha confermato Demme e Fabian Ruiz. Politano, Zielinski ed Insigne hanno occupato i posti dietro Osimhen.

La Lazio è riuscita ad essere pericolosa sfruttando le proprie fasce

La Lazio, sin dai primi minuti, ha dimostrato di essere molto quadrata e di poter dare del filo da torcere alla squadra partenopea. Infatti, i biancocelesti hanno creato diverse palle gol e presupposti molto interessanti nella prima frazione di gioco. I giocatori del club della capitale riuscivano a costruire il gioco, sfruttando i movimenti molto fastidiosi dei propri interni di centrocampo. In dettaglio (per quanto riguarda la fase di costruzione), la Lazio ha scelto di tenere i quattro difensori bloccati e poi Lucas Leiva come primaria fonte di gioco. Il centrocampista brasiliano alternava movimenti a venire incontro, ad altri in cui rimaneva in una posizione ibrida (forse per continuare ad essere coperto da Zielinski e non farlo avvicinare ai centrali di difesa). Le due mezzali andavano a posizionarsi alle spalle di Fabian Ruiz e Demme, proprio per cercare di non farli salire in pressing. Il Napoli ha provato a contrastare questa soluzione di gioco, lasciando solo Osimhen a pressare Patric e Luiz Felipe, mentre Zielinski era in copertura fissa su Leiva. Se uno dei
difensori centrali della Lazio era libero di proseguire a causa del 2vs1, allora il polacco poteva uscire in pressione e chiudere la linea di passaggio verso il play. Gli esterni del Napoli erano in una posizione di controllo, pronti subito a pressare in maniera aggressiva se la palla avesse raggiunto i terzini avversari.

La preferenza della squadra ospite è stata quella di non effettuare un pressing ultra-offensivo abbastanza forte, ma di impostare un baricentro medio-alto e di innescare le varie pressioni in determinate circostanze. La Lazio, perciò, ha provato a muovere la palla con calma sin dai difensori, in attesa di riuscire a trovare una delle due mezzali. Il lavoro di Milinkovic-Savic e di Luis Alberto è stato molto importante, perché è grazie a loro se la Lazio ha potuto sviluppare il gioco e le occasioni da gol. La squadra di casa riusciva a far filtrare il pallone nei corridoi centrali, per poi giocarlo subito sulle fasce. L’obiettivo era di isolare Zaccagni nell’1vs1 contro Di Lorenzo e puntarlo, oppure di sfruttare il lato destro per premiare le continue sovrapposizioni esterne di Marusic, rese possibili dai continui tagli convergenti di Felipe Anderson che bloccavano Mario Rui e lasciavano libero quello spazio. In particolare, i biancocelesti cercavano di sovraccaricare la zona centrale per non far permettere facili scalate ai partenopei. La Lazio cercava di entrare in area di rigore con questi inserimenti profondi nei corridoi laterali, per poi effettuare dei cross (Milinkovic-Savic sempre presente in area di rigore), oppure delle imbucate sfruttando le qualità di Immobile nell’attaccare gli spazi. I giocatori della squadra di casa accompagnavano le azioni in tantissimi.


Il Napoli non si snatura, ma fatica a creare chiare occasioni da gol

Soprattutto nel primo tempo, il Napoli ha riscontrato parecchie difficoltà nel consolidamento del possesso. Gli azzurri costruivano il proprio gioco dal basso e tenendo Ospina come fonte di gioco attiva. Mario Rui restava più bloccato per garantire un appoggio facile e sicuro, mentre Di Lorenzo restava un po’ più alto. Demme era quello che veniva sempre incontro al portatore di palla, invece Fabian Ruiz cercava di muoversi alle spalle della prima linea di pressione, prendendo come riferimento anche il proprio compagno di reparto. I due centrocampisti cercavano di non stare sulla stessa linea o vicini, ma un po’ più aperti a differenza della partita precedente contro il Barcellona. La Lazio ha provato a contrastare questa opzione di gioco, utilizzando Immobile fisso su Demme e quindi lasciando lo scarico libero ai due difensori centrali. Su questi ultimi usciva in pressing la mezzala di parte (Luis Alberto su Rrahmani e Milinkovic-Savic su Koulibaly), mentre Zaccagni e Felipe Anderson erano orientati con il corpo verso una possibile ricezione dei terzini. I biancocelesti, a differenza degli avversari, hanno cercato un pressing ultra-offensivo e hanno mantenuto un baricentro piuttosto alto. Il Napoli, in ogni caso, non ha avuto paura e ha cercato di proporre il suo gioco. L’obiettivo in fase di costruzione era quello di liberare Demme e fargli fare un gioco di sponda per poi andare a sviluppare la manovra sul lato opposto. Purtroppo, spesso non è stato possibile effettuare questa giocata ed il Napoli era obbligato a passare dalle fasce sin da subito. La Lazio è stata molto brava in fase di non possesso, perché è stata anche in grado di togliere qualsiasi rifornimento nelle zone centrali. Zielinski è stato costretto ad abbassarsi molte volte per poter giocare qualche pallone, ma le giocate dei partenopei a volte risultavano abbastanza forzate. La Lazio ha creato qualche pericolo al Napoli grazie proprio ad alcuni errori in fase di costruzione (come l’occasione iniziale di Immobile sull’imbucata di Luis Alberto). La squadra del capoluogo campano ha avuto difficoltà anche a sopperire ai movimenti ad abbassarsi di Zielinski, in quanto molto spesso sia Insigne che Osimhen non andavano ad occupare lo spazio fra le linee e ricevere una verticalizzazione diretta.

Pertanto, gli azzurri erano obbligati a giocare sulle fasce e a provare a consolidare il possesso nei corridoi laterali. Insigne era il giocatore che ravvivava le manovre azzurre e si muoveva per tutto il campo. Il Napoli, però, ha creato qualche presupposto interessante quando ha potuto sfruttare la sua catena di destra e le continue sovrapposizioni interne di Di Lorenzo. Ai partenopei, nel primo tempo, è mancato un po’ l’ultimo passaggio, ma hanno sempre dato l’idea di essere in partita.


Il secondo tempo del match

Nella seconda frazione di gioco, il Napoli ha iniziato ad avere un possesso palla più fluido e la sua prestazione complessiva è migliorata. Le cose sono andate meglio dopo che Spalletti ha rilevato Zielinski per Elmas. Questa sostituzione si è dimostrata essere decisiva, in quanto il macedone è stato presente in entrambi i gol della propria squadra. Gli azzurri, stavolta, hanno anche alzato il loro baricentro ed impostato un pressing ultra-offensivo. Infatti, il primo gol è nato dopo un errore di Patric in fase di costruzione, quindi Elmas ha appoggiato il pallone con la punta per Insigne, che ha calciato di interno collo e ha spedito la sfera nell’angolino basso. Dopo la rete del vantaggio, il Napoli ha cominciato a trovare anche con facilità le proprie linee di gioco e ha sfiorato il raddoppio in più di una circostanza. Sarri ha cercato di rivoltare la partita, inserendo: Pedro per Felipe Anderson, Hysaj per Radu, Basic per Lucas Leiva e Acerbi per Patric. L’esterno spagnolo è riuscito a trovare il gol del pareggio a pochi istanti dal novantesimo, sugli sviluppi di un calcio di punizione e della conseguente respinta della difesa partenopea. Spalletti ha cercato di rispondere ulteriormente, togliendo Demme per Lobotka e Politano per Ounas. L’asse Ounas-Elmas si è rivelato essere determinante nell’azione del secondo gol azzurro, arrivato praticamente a tempo scaduto con una bella conclusione di Fabian Ruiz da fuori area.

La Lazio può essere soddisfatta della propria prestazione e Sarri può partire da una buona fase di non possesso che la sua squadra ha fatto vedere. Il Napoli ha dimostrato, ancora una volta, di saper gestire alcuni momenti complicati all’interno della stessa partita e di trovare le soluzioni giuste. Sebbene il gol del pareggio sia arrivato nella famosa ‘’zona Cesarini’’, gli azzurri hanno ripreso a giocare e hanno compiuto il massimo sforzo per poter vincere e portare a casa i tre punti. Spalletti può essere entusiasta della partita disputata dai suoi giocatori.

Analisi tecnico-tattica di Giuseppe Duca

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