Italiano tra titolari e riserve. Il calcio non è cambiato
Nel calcio, come nella vita, esistono vari modi di dire: non esistono più le mezze stagioni, i neri hanno il ritmo nel sangue, si stava meglio quando si stava peggio… L’ultimo applicato al calcio è: non ci sono più titolari e riserve. Al massimo si parla di alternative, di giocatori a disposizione. Questo a causa delle rose più larghe (compreso il numero sempre crescente di giocatori da portare in panchina), per le cinque sostituzioni (mezza squadra se consideri i soli calciatori di movimento), per gli impegni pre, durante e post campionato. Sempre più fitti e ravvicinati.
Da quì se ne evincerebbe che, nello specifico della Fiorentina, Venuti vale Dodo’, Terzic vale Biraghi, Mandragora vale Amrabat, Maleh (tra l’altro a piede invertito) vale Bonaventura etc, etc, etc. Fino ad arrivare a Saponara (il Saponara di oggi, praticamente un calciatore a fine carriera) che vale Sottil. Il Sottil di oggi, una delle migliori ali del campionato. No. non è così. E non lo sarà mai. Ci provò Berlusconi, nei suoi favolosi anni ’90, a costruire due squadre equivalenti: una per la Coppa, una per il campionato. Salvo accorgersi che, al netto di investimenti esorbitanti, nessuno dell’altra squadra valeva quanto Rijkaard, Gullit o Van Basten.
Tornando alla Fiorentina, lo capirebbe anche un bambino: non si possono cambiare ogni volta 9/11esimi della squadra solo perchè si gioca ogni tre giorni. Pena, lo smarrimento totale. Certo, il motivo è più che nobile: tenere tutti sulla corda e far sentire tutti importanti. Ma non si può. Ed è inutile che Prade’ ci venga a dire che l’allenatore non aveva scelta, che diversi giocatori erano a rischio infortunio. Per noi gli infortunati erano tre: Gonzalez, Bonaventura e Duncan, che infatti non erano tra i convocati. E poi, caro direttore, i nove cambi a partita stanno diventando un vizio: successe anche tra la prima col Twente e la trasferta di Empoli, con i risultati che sappiamo. E allora? Comunque, massima fiducia in Italiano che ha tutto il diritto di sperimentare (e sbagliare), ma nel calcio esistono le categorie, esistono i titolari e le riserve. Oltre ad una tempistica precisa. Il turnover forsennato si fa a fine stagione e non dopo neppure un mese di campionato. Soprattutto quando hai a che fare con calciatori giovani, resistenti, forti fisicamente.
Poi un giorno lo stesso Italiano ci spiegherà perché non operi mai un cambio tattico, chessò… rinunciare ad un terzino e passare alla difesa a tre? Schierare un 4-2-4 iper-offensivo per sbloccare (o recuperare) un risultato? Mettere insieme Jovic e Cabral, magari quando gli avversari sono in inferiorità numerica? Ed è capitato, oh se è capitato. Noi, in ogni caso, siamo fiduciosi ed aspettiamo…
Articolo a cura di Stefano Borgi