“Quando crei così tanto non puoi segnare solo un gol“. Il rammarico di Pioli nel post-partita di Milan–Napoli, la prima sconfitta dei rossoneri dal 17 gennaio scorso, è più che giustificato. Statistiche alla mano, il Diavolo ha creato più del triplo dei partenopei (19 occasioni a 6) e tirato verso la porta ben 22 volte, contro le 9 della banda di Spalletti. Un boccone difficile da digerire per i campioni d’Italia in carica, costretti a dire addio al record di imbattibilità di 22 partite (15V, 7N) e al primo posto in classifica. Oltre a una difesa troppo traballante che ha già subito otto reti, tre in più di un anno fa, il neo di una prestazione offensiva convincente, considerando la caratura dell’avversario, è rappresentato dalla scarsa freddezza sotto porta. Non può bastare un super Giroud, ancora a segno in una sfida di vertice e protagonista della miglior partenza della sua carriera – eguagliati i 4 gol in 7 partite con il Montpellier nel 2010-11 e con l’Arsenal nel 2012-13 – per ambire alla seconda stella. Mancano qualità, intraprendenza e un pizzico di imprevedibilità in più negli ultimi venti metri. Manca, in sostanza, Rafael Leao.
L’ex Lille ha assistito dal parterre di San Siro alla prima sconfitta stagionale dei suoi, la seconda consecutiva contro il Napoli senza di lui in campo. Un dato che abbiamo evidenziato su Goalist pochi giorni fa e che il ko di domenica sera non fa che aggravare è quello dell’incidenza di Leao sul rendimento del Diavolo: con il 17 in campo si tocca il picco del 70%, senza si scende al 40%, due soli successi nelle ultime cinque gare. Il Milan con il suo talento è spensierato e imprendibile, segna di più e mantiene un ritmo che l’anno scorso ha riportato lo scudetto a Milanello dopo dieci primavere. Priva del suo top player, la squadra di Pioli segna comunque abbastanza (1.8 di media), ma vince meno (1.4 punti). Prima della sconfitta contro gli azzurri, il 50% delle reti rossonere era passato dai piedi di Rafa, che con tre reti e tre assist aveva partecipato a sei delle dodici marcature dei suoi. In Italia il classe ’99 è quarto nella classifica sia dei dribbling tentati (24) sia di quelli riusciti (11) e soprattutto primo nel Milan per tiri verso la porta, 25, come Giroud. Contro il Napoli sono mancati come il pane la capacità di strappare e di saltare l’avversario – solo tre i dribbling riusciti al Milan, terzultimo nella settima giornata -, il vero e proprio marchio di fabbrica della freccia di Almada. Con la questione rinnovo alle porte, Pioli aspetta di riabbracciare il miglior Leao, di rientro dalla pausa Nazionali e dalla squalifica, per tornare a volare già a partire dalla trasferta di Empoli.
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