Nel magico mondo di Kvara tutto è possibile. Kim gioca d’anticipo, la Dea non punge più
Napoli–Atalanta può essere vista come una partita simbolo della stagione dei partenopei: l’attesa, la pazienza e la padronanza del campo garantita dal possesso palla in attesa del varco giusto, senza perdere continuità nella produzione offensiva. Alla fine il recupero alto di Anguissa permette a Osimhen di innescare Kvaratskhelia, che ci porta tutti nel suo mondo: al suo interno tutto è possibile, anche viaggiare nel tempo e avere la sensazione di trovarti in un’altra epoca calcistica, dove i dribblomani di fascia erano dei giocolieri che garantivano il prezzo del biglietto. Sterzata, finta, controfinta, tiro: in pochi sono riusciti a emozionarmi come il georgiano.
Gli anticipi di Kim annullano Zapata e Hojlund
In una partita dal primo tempo tutto sommato equilibrato a colpire sono gli anticipi di Kim su Zapata e Hojlund: il difensore coreano ha capito che l’unico modo per non farsi sfuggire due giocatori fisici e veloci come i due attaccanti bergamaschi è giocare d’anticipo. Non sbaglia un colpo Kim, come sottolinea il coro quasi da arena che gli riserva il Maradona a ogni intervento. “Kim, Kim, Kim“, sembra il grido di battaglia dei mongoli o degli unni di Attila, pronti a devastare tutto quello che trovano davanti alla loro avanzata. A confermarlo è Spalletti nel post-partita: “Gli dici cosa fare e lui va alla guerra“. Pragmatico come pochi.
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Kvara viene dagli anni Sessanta
A guardare il calcio di oggi, viene difficile immaginarlo, ma prima l’arte del dribbling non era per pochi eletti come adesso. Negli anni Sessanta, rivoluzionari in ogni aspetto culturale e non, sulle fasce comandavano giocatori capaci di mandare ai matti i difensori: il rischio di subire dribbling su dribbling era concreta perché la fantasia era al potere e la tattica molto meno. Spalletti sembra fare tutto ciò con Kvaratskhelia: liberato da stringente tatticismo se non in ripiegamento difensivo, ha la facoltà di svariare su tutto il fronte offensivo per non dare punti di riferimento, trasformandosi da ala a trequartista. Questa libertà ha permesso al talento del georgiano di esplodere e mettere in mostra tutta la sua bellezza: i dribbling sono arte per pochi ormai, perché la tattica ha vinto sulla fantasia, ma se trovi un giocatore che ha il “brutto” vizio di cercare sempre l’avversario per superarlo e creare superiorità numerica, allora devi metterlo nelle condizioni di farlo giocare come piace a lui. La libertà tattica è il più grande rischio del calcio moderno; se l’è preso Guardiola con Messi, lo sta facendo Spalletti con Kvaratskhelia. A proposito di libertà, che dire di Rrahmani? Relegato 7 mesi in panchina da Gattuso e poi altri 2 dopo i primi 45 minuti horror contro l’Udinese alla prima da titolare, il kosovaro si toglie la soddisfazione di mettere in ghiaccio la partita e confermare di essere uno dei centrali difensivi più affidabili della Serie A e con una certa vena offensiva: 2 gol e 1 assist per lui fin qui. Nel mondo del Napoli tutto è possibile ormai.
Photo LiveMedia/Agostino Gemito Naples, Italy, March 11, 2023, italian soccer Serie A match SSC Napoli vs Atalanta BC Image shows: Khvicha Kvaratskhelia of SSC Napoli cheers after the goal during the Serie A match between SSC Napoli v Atalanta BC at Diego Armando Maradona Stadium LiveMedia – World Copyright
di Simona Ianuale