La Salernitana non è più Djuric-dipendente e i numeri le danno ragione
L’addio di Djuric la scorsa estate ha costretto la Salernitana a rivedere il proprio modo di giocare. Dal 2018, anno dell’arrivo di Djuric a Salerno, la squadra granata ha sempre cercato di sfruttare la stazza dell’attaccante bosniaco sia come sponda per i compagni sia come arma per colpire di testa. Infatti, i vari Colantuono, Ventura, Castori e Nicola hanno spesso impostato la formazione in base alla presenza in attacco di Djuric, con alterne fortune. Sì, perché basare il proprio modo di giocare solo ed esclusivamente sulla ricerca di Djuric tramite le palle lunghe diventa un’arma a doppio taglio. Se da un lato riesci a creare superiorità numerica grazie alla protezione del pallone e alle sponde del bosniaco, oltre ad aumentare la pericolosità sulle palle inattive e sui cross, dall’altro rischi di non avere idee alternative una volta che l’avversario riesce ad arginare il centravanti, soprattutto quando ti ritrovi in svantaggio nel punteggio. Proprio questo aspetto negativo si è visto con l’arrivo in Serie A della formazione granata la passata stagione.
Nella prima parte di campionato, con in panchina Castori prima e Colantuono poi, la Salernitana ha faticato a trovare la via del gol, affidandosi troppo al “palla lunga e ci pensa Djuric”. Complice anche la continua staffetta settimanale con gli altri attaccanti Bonazzoli, Simy e Gondo, l’ariete bosniaco è andato a segno una sola volta, di testa ovviamente, nel match casalingo contro il Genoa, gol che è valso la prima vittoria stagionale. L’arrivo di Nicola sulla panchina granata ha visto qualche modifica allo spartito tattico, oltre che un impulso decisivo sul lato motivazionale, di una squadra data da tutti per spacciata. Con il tecnico piemontese, Djuric è diventato di nuovo decisivo, non solo nel finalizzare, ma anche nel rifornire i compagni. I suoi 3 gol e 4 assist nel girone di ritorno sono valsi 10 punti fondamentali per la rincorsa salvezza. Il lavoro di Djuric è tutto nel 74% di duelli aerei vinti: su 328 ne ha vinti ben 243. Una media migliorata quest’anno all’Hellas Verona con 119 duelli aerei vinti su 149 per una percentuale di successo del 79%. Nella Salernitana, invece, è Piatek l’uomo su cui indirizzare lanci dalle retrovie in questa stagione. Fin dal ritiro in Austria, Nicola ha visto in Piatek colui con le caratteristiche più simili a Djuric, pur con un’altezza nettamente inferiore (198 cm contro 183 cm in favore del bosniaco).
I dati statistici dicono di un totale azzeramento dei gol di testa nella Salernitana 2022-23 ed una drastica riduzione delle reti su palla inattiva. Nella Salernitana 2021-22 i gol di testa sono stati 5 (4 di Djuric ed 1 di Fazio) rappresentando il 15% dei 33 gol segnati in totale. La Salernitana 2022-23 ha segnato il suo primo ed unico gol di testa nel pareggio con il Bologna di sabato scorso: il 3% dei 31 gol fatti in totale finora. I gol su palla inattiva hanno rappresentato il 48,5 % dei gol totali nella Salernitana 2021-22, brava a sfruttare soprattutto i corner (6), le punizioni dirette (4) e i rigori (4). Solo 2 i gol arrivati da punizioni indirette e nessuno dagli sviluppi di rimesse laterali. Il bilancio delle palle inattive della Salernitana 2022-23 è nettamente inferiore e rappresenta appena il 16,1% dei gol totali: azzerate le punizioni dirette e indirette, soltanto un rigore segnato e 4 angoli sfruttati. Se i dati statistici parlano di un peggioramento della squadra granata, il campo dice tutt’altro. Dopo 27 turni, la Salernitana è 16° con 27 punti e relativamente tranquilla. Mai in zona retrocessione, nonostante pesanti sconfitte e l’esonero di Nicola. Anzi, la nuova gestione Paulo Sousa lascia intravedere un futuro roseo. Lo scorso anno, dopo 27 giornate la Salernitana era ultima con 15 punti e due partite da recuperare. Contando 27 partite giocate il bilancio aumenta di appena un punto. La scelta, quindi, di privarsi di un elemento valido come Djuric si può definire azzeccata. La Salernitana non è più monotematica, ma ha a sua disposizione più opzioni per bucare la rete avversaria, soprattutto adesso con un tecnico come Paulo Sousa con una visione più internazionale nel modo di giocare.
La rete di Djuric alla Fiorentina all’Arechi dello scorso 24 aprile è stato l’ultimo gol segnato dalla Salernitana di testa, almeno fino a sabato scorso. Contro il Bologna, Lorenzo Pirola ha firmato il primo gol di testa dei granata in questo campionato diventando, inoltre, il più giovane marcatore della Salernitana in Serie A con 21 anni e 26 giorni. Strappa il record ad Ighli Vannucchi che il 6 dicembre 1998 segnò il gol che aprì le marcature di Salernitana-Bari, finita 2-2, all’età di 21 anni, 4 mesi e 1 giorno.