Josep Guardiola, rivoluzionario e vincente

Fonte Foto: Profilo Instagram Guardiola

Josep Guardiola ha 52 anni e allena da quando ne aveva 36. In quindici stagioni, il tecnico catalano ha vinto undici titoli nazionali, quindici tra coppe e Supercoppe domestiche, tre Champions League, tre Supercoppe europee e tre Mondiali per club. Ha compiuto due volte il triplete ed è uno dei sette allenatori capaci di vincere la Champions sia da giocatore che da allenatore, nonché il secondo tecnico ad averla vinto più volte (tre volte contro le quattro di Carlo Ancelotti).

Guardiola è un innovatore, un rivoluzionario. Ha sempre allenato squadroni, ma, grazie al suo passato da calciatore e all’essere stato un discepolo di Cruijff, il tecnico di Santpedor oggi è nell’Olimpo del calcio mondiale.

Inventore del tiki-taka, con la vittoria di Istanbul, Guardiola si è sublimato, portando il guardiolismo (l’unione tra pressing alto in fase difensiva, possesso palla e palla sul piede dell’attaccante che si trova al punto giusto al momento giusto per segnare) ad un livello pari a quello dei tempi d’oro di Barcellona (2008-2012), grazie al fatto che i munifici sceicchi non solo gli hanno dato delle fuoriserie negli ultimi anni, ma gli hanno fornito anche il miglior attaccante del Mondo, visti i numeri: Erling Haaland.

Erede del calcio olandese che stregò gli anni Settanta, oggi Josep Guardiola è il top tra gli allenatori. Del resto, anche a fine stagione l’emolumento è faraonico: 23 milioni a stagione. Cifre folli, ma parliamo del miglior tecnico su piazza in tutto il globo terraqueo.

Guardiola ha diviso il Mondo del calcio: genio e sbruffone, eccitante e noioso, da copiare e da evitare. Insomma, un po’ come i grandi di ogni cosa: chi lo ama non ne farebbe mai a meno, chi lo detesta, alla fine, vorrebbe averlo alla guida della propria squadra.

Guardiola con questo modo di fare calcio ha portato quattro giocatori a diventare i più forti nel loro ruolo: a centrocampo ha “creato” il tris d’assi Busquets-Xavi-Iniesta e davanti ha consacrato quello che oggi è considerato come il più forte giocatore del mondo, Lionel Messi.

A Barcellona ha scritto la Storia, Pep. Avrebbe voluto scriverla anche a Monaco di Baviera, Pep, ma in tre stagioni (con altrettanti titoli nazionali ed altrettante semifinali di Champions) la “coppa dalle grandi orecchie” non è mai arrivata in Baviera. Certo ha reso l’”Allianz” uno stadio perennemente sold out, ma la “coppa dalle grandi orecchie” non è mai arrivata in Baviera. Certo ha fatto tre anni importantissimi in Baviera, ma la “coppa dalle grandi orecchie” non è mai arrivata a Monaco. Ha portato il grande calcio (tecnico) nella fredda Bundesliga, ma la “coppa dalle grandi orecchie” non è mai arrivata in Baviera

Nell’estate 2016 poi il clamoroso passaggio al Manchester City: 23 milioni di salario e la possibilità di portare nella (fu) parte “operaia” di Manchester la Champions.

Fonte Foto: Profilo Instagram Guardiola

Guardiola in sei stagioni alla guida dei citizens ha vinto tanto, ma mancava solo quella coppa, quell’ossessione: poteva vincerla già il 29 maggio 2021 al “do Dragao” nel derby inglese contro il Chelsea, ma dea Eupalla aveva stabilito che quello non era ancora il momento giusto per alzare quella coppa che lui inseguiva dal 2011.

Eppure da quella sconfitta, Pep è maturato e gli sky blues lo hanno seguito, fino al successo dell’”Ataturk”. Forse non la migliore partita della storia del guardiolismo, ma una partita concreta, fatta di possesso palla, tanti errori interisti (o forse meglio dire “sfortune” interiste) fino al gol di Rodri che, con un gran destro, ha battuto Onana e portato i citizens sul tetto d’Europa per la prima volta nella loro storia. E lo stesso “filosofo di Santpedor” che ha rispedito al mittente le critiche che lo accusavano di vincere solo perché aveva in squadra il trio Xavi-Iniesta-Messi. C’è riuscito anche senza di loro, anche se, ad onor del vero, ha vinto con un altrettanto squadrone. Ma del resto si sa: gli allenatori più bravi allenano sempre i giocatori più forti.

Con la vittoria di Istanbul, Guardiola è diventato il primo allenatore a compiere non solo due treble, ma due treble con due squadre diverse. Ed è anche possibile che da qua a dicembre, il City possa portare a casa in fila Supercoppa UEFA, Charity Shield e Mondiale per club. Sei trofei in un anno solare, come il Barcellona nel 2009 con lo stesso Guardiola in panchina e come il Bayern Monaco nel 2020.

Non che servisse, ma la vittoria europea del Manchester City ha cementificato la forza di Josep Guardiola nell’Olimpo dei tecnici che hanno cambiato il gioco del calcio: dopo Rinus Michels, Arrigo Sacchi, Alex Ferguson, Johann Crujiff ed il “colonnello” Valerj Lobanovskij, ecco Josep Guardiola i Sala. Un rivoluzionario. Un vincente. Un perfezionista. Uno che vive per il calcio e per allenare. In due parole: Pep Guardiola.

Ha solo 52 anni, ma ha già vinto 36 trofei ed è il terzo allenatore più vincente di tutti i tempi dietro a Mircea Lucescu e sir Alex Ferguson, che guida questa classifica con 49 trofei vinti.

Siamo sicuri che con Josep Guardiola ne vedremo ancora delle belle in campo nei prossimi anni. E non solo tatticamente.

Articolo a cura di Simone Balocco

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