Roberto Baggio compie 57 anni. Quell’incontro con Messi e l’elogio di Guardiola: “E’ il migliore con cui abbia giocato”
57 anni fa a Caldogno, Vicenza, nasceva Roberto Baggio. Il “Divin Codino” viene ricordato come uno dei giocatori maggiormente iconici nella storia dello sport tricolore, apprezzato e celebrato da tifosi, compagni e addetti ai lavori.
Una carriera trentennale che parte dalle giovanili del Caldogno, squadra del suo paese natale, poi l’interesse del Vicenza che lo porta a giocare in Serie C1 pagandolo 500.000 lire, il trasferimento alla Fiorentina, dove diviene un idolo assoluto prima del “tradimento” ai colori viola per trasferirsi alla Juventus, vincendo il Pallone d’Oro in bianconero nel 1993. E poi Milan, Bologna, Inter e Brescia, dove chiuderà la carriera dopo aver segnato quasi 300 gol, il tormentato rapporto con la nazionale italiana, con la cui maglia sfiorerà la Coppa del Mondo, i numerosi problemi fisici che lo hanno tormentato durante gli anni sul campo e la religione buddhista, grazie alla quale è sempre riuscito a rialzarsi.
A descrivere perché Roberto Baggio sia rimasto nella leggenda di questo sport ci ha pensato Pep Guardiola. Il tecnico più vincente dell’ultimo ventennio, nel corso della sua carriera da calciatore ha militato nel Brescia tra il 2001 e il 2003, incontrando il “Divin Codino” come compagno di squadra. “Roby” e “Pep” si incontrarono nuovamente circa 8 anni dopo, nel 2010, quando il catalano sedeva già sulla panchina del Barcellona.
Baggio venne invitato al “Camp Nou” per assistere ad una partita dei quarti di finale di Champions League tra Barcellona e Arsenal, che i blaugrana conquistarono grazie ad un poker di Lionel Messi. Al termine del match, negli spogliatoi del Barça, Guardiola presentò Baggio all’argentino, affermando: “Ho avuto la fortuna di giocare con lui a 31 anni. Ha subito circa 6 o 7 operazioni alle ginocchia e io glielo dissi già, è il migliore con cui abbia mai giocato, nonostante le operazioni“.