Bayern-Lazio, 3 anni fa l’ultima sfida all’Allianz: i bavaresi si imposero per 2-1. Come sono cambiate le due squadre da allora?
A poche ore dalla sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, il Bayern Monaco di Thomas Tuchel, in un periodo di crisi senza eguali nella storia recente del club, ospiterà la Lazio di Maurizio Sarri, forte del 1-0 dell’Olimpico, all’Allianz Arena.
L’ultima volta che i biancocelesti parteciparono alla Champions nel 2020-21, qualificandosi come seconda nel raggruppamento, furono proprio i bavaresi i primi avversari da fronteggiare nella fase ad eliminazione diretta. Il Bayern Monaco, all’epoca campione in carica della competizione, era guidato da Hansi Flick ed ipotecò la qualificazione al turno successivo senza troppi patemi, battendo la Lazio 1-4 nella gara d’andata a Roma. Il secondo atto vide i biancorossi della Baviera nuovamente vincitori: la partita terminò 2-1 grazie al rigore trasformato da Lewandowski e al gol di Choupo-Moting, con il ‘gol della bandiera’ dei biancocelesti messo a segno da Parolo.
I 33 volte campioni di Germania erano reduci da una stagione straordinaria, in cui erano stati capaci di conquistare Bundesliga, DFB Pokal e la 6ª Champions League della loro storia. L’uomo simbolo di quella squadra era il bomber polacco Robert Lewandowski, nella sensazionale annata in cui vinse la Scarpa d’Oro e soltanto l’interruzione dei campionati a causa del Coronavirus gli impedì di mettere in bacheca il Pallone d’Oro.
Alle spalle di RL9, il tecnico tedesco Hansi Flick (tra i candidati per prendere il posto di Tuchel il prossimo anno) schierava 5 giocatori tra trequarti e centrocampo che sono ancora nella rosa del Bayern: Sané, Muller, Gnabry, Kimmich e Goretzka. Del reparto difensivo, invece, non resta più nulla. Sulle fasce i francesi Pavard e Lucas Hernandez hanno salutato la scorsa estate, accasandosi rispettivamente a Inter e PSG. Al centro Alaba e Boateng, avrebbero lasciato Monaco al termine della stagione, dopo stagioni ricche di trofei. A guardia della porta Alexander Nubel sostituiva Manuel Neuer, di cui era considerato l’erede: entrambi portieri tedeschi, prodotti delle giovanili dello Schalke ’04, promettenti fin da giovanissimi e molto abili nel gioco palla a terra, ma l’epilogo non è stato il medesimo.
A 3 anni di distanza quella squadra schiacciasassi, dominante in campionato e nelle competizioni internazionali, sta affrontando un periodo di crisi che sembra interminabile e dopo 11 titoli di campione di Germania, conquistati consecutivamente, il Leverkusen di Xabi Alonso potrebbe porre fine al predominio incontrastato del Bayern.
La Lazio allenata da Simone Inzaghi nella stagione precedente aveva centrato il 4 posto, qualificandosi alla fase a gironi della maggiore competizione europea dopo oltre 12 anni. La squadra concluse il girone da imbattuta, racimolando 4 pareggi e 2 vittorie, tra cui il 3-1 rifilato al Borussia Dortmund, staccando il pass per gli ottavi come 2ª nel raggruppamento. Dall’urna di Nyon fu estratto il Bayern, che il tecnico piacentino cercò di fronteggiare con il suo solito 3-5-2. A Monaco di Baviera la Lazio scese in campo con Reina in porta, Radu, Acerbi e Marusic in difesa, Fares e Lazzari come esterni di centrocampo, Luis Alberto, Escalante e Milinkovic-Savic al centro con Correa e Muriqi nel reparto offensivo.
Una rivoluzione totale rispetto agli “aquilotti” che conosciamo oggi, a partire dalla panchina, dove oggi siede Maurizio Sarri, ma soprattutto in campo. Dei 22 convocati, tra titolari e riserve, che volarono a Monaco, solo 6 sono ancora in rosa: Cataldi, Immobile, Lazzari, Luis Alberto, Marusic e Patric. Ciò significa che il 73% degli allora convocati, in appena 3 anni, tra ritiri e cessioni è stato completamente smantellato.
Tra esoneri, cambi di casacca, ritiri e promesse mancate, il Bayern e la Lazio che si affrontarono quel 17 marzo 2021, ad oggi sembrano squadre di un epoca passata.