Palladino, tra suicidio ed orgoglio. E adesso ascolti Pradè…
Editoriale di Stefano Borgi
Temo che Pradè si stia accorgendo di aver fatto un errore: Raffaele Palladino. Dopo aver “consigliato” il tecnico napoletano di passare alla difesa a quattro (anche se per capirlo, nella prime 4 giornate, ci vollero 3 pareggi, una sconfitta, ed un primo tempo orrido contro la Lazio), oggi Pradè ha parlato di suicidio. E non credo si riferisse agli errori individuali che hanno deciso la sconfitta. Suicidio vuol dire una cosa precisa: ce la siamo cercata. Come? Proviamo ad ipotizzare: tornando a tre facendo esordire un improvvido ragazzotto argentino? Schierando per l’ennesima volta il centrocampo a due? Lasciando fuori squadra Gudmundsson. Ah saperlo… E attenzione, l’islandese è una scelta precisa di Pradè che lo aveva già trattato ai tempi di Italiano. Ammettiamo pure che senza il fastidio alla caviglia Gud sarebbe entrato, la realtà parla di un feeling tra calciatore ed allenatore che non è mai nato, di un inserimento tattico mai cercato, di un capitale tecnico e monetario sottostimato, deprezzato. Di chi è la colpa? Di Palladino che adatta i calciatori al modulo e non il contrario? Di Kean che preferisce al suo fianco Beltran? Della gestione fisica di Gudmunsson certamente deficitaria? Oppure, chissà, del giocatore che non è sereno (leggi il processo ancora in piedi), che non si è ambientato, che non ha legato con lo spogliatoio? Anche qui… saperlo. La verità è che il pesce puzza sempre dalla testa, ed in questo caso la testa non è Commisso, non è Pradè, la testa è Raffaele Palladino. A meno che qualcuno non consideri Gudmunsson un acquisto sbagliato, ma sfidiamo chiunque a pensarlo. Gudmunsson è per distacco il miglior giocatore della rosa viola, uno dei migliori del campionato italiano. Domani arriva Folorunsho, forse Pablo Marì, forse ancora qualcun altro… Di certo Palladino sta deludendo, Palladino è sotto esame, Palladino non può più sbagliare. Palladino deve lasciare da parte l’orgoglio (lo cantava anche Vasco, ne ha rovinati più lui del petrolio) e ascoltare chi lo consiglia. Sopratutto se chi lo consiglia si chiama Daniele Pradè.