Dal Triplete con l’Inter alla rissa in campo con il fratello | “Figlio di p…”: la madre abbandonò la tribuna

L'Inter vincitrice del triplete (www.storiainter.com)

L'Inter vincitrice del triplete (www.storiainter.com FOTO) - goalist.it

Ha vinto praticamente tutto, eppure ogni tanto si è lasciato andare in azioni non proprio positive. Cos’è successo?

Vincere tutto non significa avere sempre la testa sulle spalle, e nel calcio ci sono campioni che, nonostante bacheche stracolme di trofei, non riescono a tenere a bada i nervi. Zidane ne è l’esempio più famoso: Pallone d’Oro, campione del mondo, ma la sua carriera si è chiusa con una testata a Materazzi nella finale del 2006.

Anche Zlatan Ibrahimović, tra scudetti e Champions League sfiorate, ha avuto le sue esplosioni di rabbia. Risse in allenamento con compagni come Onyewu e litigi accesi in campo non sono mancati. Un talento fuori dal comune, ma con un carattere che spesso lo ha portato al limite.

Sergio Ramos, leggenda del Real Madrid e della Spagna, ha sollevato ogni trofeo possibile, ma ha anche collezionato più cartellini rossi di chiunque altro. Entrate dure, provocazioni e scontri accesi hanno sempre fatto parte del suo repertorio, trasformandolo in un difensore temuto tanto per i suoi interventi quanto per la sua aggressività.

E poi c’è Diego Costa, attaccante capace di vincere Premier League e Liga, ma anche di far partire risse in ogni campionato in cui ha giocato. Dalle gomitate ai difensori, alle liti furiose con arbitri e avversari, il suo modo di giocare è sempre stato al confine tra grinta e follia.

Un clásico di pura tensione

Il fútbol argentino non è per cuori deboli. Ogni partita è una battaglia, ogni derby una guerra. E se poi ci si mette anche il destino a creare intrecci surreali, allora lo spettacolo è garantito. Avellaneda, 9 marzo 2003, Independiente contro Racing. Una di quelle partite che paralizzano la città.

Nel bel mezzo della battaglia, ecco il momento che nessuno si aspettava. Un’azione veloce, il numero 27 del Racing, Torres, si invola verso la porta, ma viene steso di netto dal numero 6 dell’Independiente. Scatta la protesta, accerchiamento all’arbitro. Il numero 11 della Academia chiede a gran voce il rosso. Il difensore, invece di ignorarlo, lo squadra malissimo e gli spara addosso tutto il repertorio degli insulti più classici. Ma ciò che non sapete è che uno dei due giocatori è una nostra vecchia conoscenza: Milito.

Illustrazione di due calciatori prima di un fallo (Pixabay FOTO9 - goalist.it
Illustrazione di due calciatori prima di un fallo (Pixabay FOTO9 – goalist.it

Un derby indimenticabile

I due che si stanno insultando come due sconosciuti che si odiano da una vita, in realtà, sono fratelli. Diego e Gabriel Milito, due facce della stessa medaglia, due talenti cresciuti nella stessa casa, un tempo su fronti opposti in uno dei derby più incandescenti al mondo.

E tra le parole irripetibili che volano in quel faccia a faccia, una spicca su tutte. “Figlio di p…” (fonte: romanzo_calcistico). Peccato che la madre sia la stessa. Insomma, non proprio una bella scena, soprattutto per la madre che, sicuramente, si sarà sentita in imbarazzo.