Responsabile della morte di Senna: anni dopo arriva la colpevolezza | Svelata un’oscura verità

Illustrazione di Senna al Gran Premio di Gran Bretagna (Wikipedia PSParrot - Flickr FOTO) - goalist.it
La sua morte ha sconvolto il mondo dello sport, ma c’è un’altra persona che non si dà pace per ciò che è accaduto.
Ayrton Senna non era solo un pilota, era un simbolo. Uno di quelli che anche se non seguivi la Formula 1, sapevi chi era. Brasiliano, talento puro, un mix di grinta, tecnica e spiritualità. Quando correva sotto la pioggia sembrava danzare sull’asfalto.
Ha vinto tre mondiali con la McLaren, tra il 1988 e il 1991, e ha segnato un’epoca. Le sue sfide con Prost sono diventate leggenda. Ma non era solo velocità: era ossessione per il dettaglio, cuore, e una sensibilità fuori dal comune. Era amato da tutti, anche dagli avversari.
Nel 1994 era passato alla Williams, ma la macchina non era ancora al suo livello. Il weekend di Imola, tra il 29 aprile e l’1 maggio, fu tragico: prima la morte di Ratzenberger in qualifica, poi quella curva maledetta al settimo giro della gara.
Il 1° maggio 1994, alla curva del Tamburello, Senna uscì di pista a oltre 200 km/h. Lo schianto fu devastante. Morì a 34 anni. Un giorno che cambiò la Formula 1 per sempre. Ancora oggi, il suo casco giallo è un’icona.
Una ferita mai rimarginata
Ci sono storie nel mondo della Formula 1 che non smettono mai di far male. Il giorno in cui Ayrton Senna perse la vita a Imola, nel 1994, è uno di quelli che il tempo non riesce a cancellare. Una tragedia che colpì non solo i tifosi, ma anche chi lavorava dietro le quinte, chi progettava, disegnava e cercava di rendere quelle monoposto sempre più performanti. Tra questi, Adrian Newey.
Un nome che oggi conosciamo come genio assoluto dell’aerodinamica, ma che allora era parte del team Williams. Rivedere quegli eventi a posteriori è devastante. Non parliamo solo di un errore tecnico, ma di una responsabilità emotiva che pesa come un macigno.

Il peso sulla coscienza
Come riportato da formulastorie su Instagram, e come raccontato dallo stesso Adrian Newey nel suo libro, il progettista ha ammesso di essersi sentito responsabile per l’incidente di Senna. Nonostante non sia mai stata confermata una causa diretta e unica, lui stesso ha riconosciuto che una modifica tecnica alla colonna dello sterzo, pensata per migliorare la posizione di guida di Ayrton, era stata fatta in modo discutibile.
E quella consapevolezza lo ha tormentato per anni. Purtroppo, lui non ha nessuna colpa, ma questa situazione lo tormenterà ancora per molto tempo.