Thiago Motta: “Mai litigato con Giuntoli. Fallimento alla Juve? No, lavoro interrotto ad un punto dall’obiettivo”

Thiago Motta (Juventus FC) - www.goalist.it

“Il progetto non è sicuramente andato come volevamo o come avevamo immaginato. Spogliatoio contro? Chi lo dice è un bugiardo”

Thiago Motta si è raccontato a cuore aperto al Corriere della Sera dopo essere stato esonerato dalla Juventus: “È difficile fare un’analisi, essendo così vicini a quello che è successo. Sicuramente sono deluso perché non è andata come speravamo, soprattutto in Coppa Italia e Champions. Però non sono d’accordo quando sento parlare di fallimento: il nostro lavoro è stato interrotto quando eravamo a un punto dal quarto posto in classifica che era, a inizio stagione, l’obiettivo prioritario. Quando ho accettato questo incarico, con grande entusiasmo, sapevo che sarebbe stato un progetto triennale, fondato su una profonda rivoluzione della squadra, sul suo radicale ringiovanimento. So benissimo che, in squadre del livello della Juve, bisogna vincere. Tanto più dopo anni nei quali questo non è accaduto.

Il progetto non è sicuramente andato come volevamo o come avevamo immaginato. Pubblicamente avevano espresso la loro fiducia e l’indicazione di proseguire il percorso. Segnali importanti, che alla fine danno tranquillità e stimoli per continuare a lavorare. Noi abbiamo sempre avuto la convinzione di continuare a impegnarci per finire la stagione arrivando al quarto posto qualificandosi in Champions. Ma conosco il calcio e so che le cose possono finire come sono finite perché in una squadra grande come la Juventus la vittoria è un imperativo e, soprattutto nelle ultime due partite, non abbiamo fatto bene e loro hanno, legittimamente, scelto un’altra strada.

Ma chi dice che io avevo lo spogliatoio contro è un bugiardo. Sono cose inaccettabili, non è vero. Mai nessuno con cui ho lavorato, in carriera, ha detto pubblicamente di avere avuto problemi con me. Alla Juve avevo un ottimo rapporto con tutti i miei giocatori dal punto di vista professionale e umano. Un rapporto basato sul rispetto, sulla chiarezza. Poi è normale che chi gioca meno possa essere meno contento. Sono stato anche io calciatore, e quando non giocavo non ero certo contento. Ma ho sempre rispettato le decisioni del tecnico, e così è stato con i giocatori della Juve. Credo di aver dimostrato che chi non gioca oggi può farlo in seguito, in relazione al suo stato di forma, a come si allena. Ho dovuto ascoltare in questo periodo non critiche tecniche, sempre da tener di conto, ma attacchi personali. Questo modo di agire nell’ombra lo trovo arrogante e indecente perché il rapporto con i miei giocatori e con la squadra era ottimo e questi ragazzi hanno sempre dato tutto, hanno fatto sempre il massimo. Delle volte abbiamo vinto, delle altre no. Giudicarmi come allenatore, criticare le mie scelte di campo, di giocatori, di tattica, tutto quello che ha a che fare con il calcio lo accetto e lo accetterò sempre. E anzi sono analisi che aiutano a crescere. Però non accetto gli attacchi personali fondati su maldicenze.

Giuntoli ha detto che si vergognava di avermi scelto? No. Non ho mai avuto la conversazione di cui si è scritto, mai. E mai ho avuto un litigio con il direttore, mai. Abbiamo parlato di come migliorare la squadra, come sempre, e lo abbiamo fatto con chiarezza e onestà, anche con opinioni diverse, come sempre si fa. Sono proprio queste bugie che non intendo lasciar passare”.