Il Milan non chiude la partita, l’Udinese cresce con il pressing e colpisce nel secondo tempo. L’analisi

Milan-Udinese è stato il primo anticipo della 27ª giornata di Serie A. Le due squadre venivano entrambe da due pareggi ottenuti in contesti diversi e di diverso valore, quello incoraggiante dell’Udinese con la Lazio e quello più inaspettato del Milan in casa della Salernitana. Cioffi, che ha esordito proprio contro il Milan all’andata (1-1 a Udine), ha trovato solo 2 successi nelle ultime 8 e cerca di dare uno slancio alla stagione finora appannata dell’Udinese che si trova a soli 3 punti dalla zona retrocessione ma che ha ancora 2 partite da recuperare. Pioli invece vuole una reazione da parte dei suoi dopo la brutta prestazione di Salerno, cerca 3 punti fondamentali per la corsa scudetto.

Milan-Udinese, le formazioni:

Milan: Maignan-Calabria-Tomori-Romagnoli-Theo Hernandez-Tonali-Kessié-Leao-Diaz-Messias-Giroud

SISTEMI DI GIOCO

  • Base: 4-2-3-1
  • Fase Di Possesso: 3-1-2-4 / 3-2-4-1
  • Fase Di Non Possesso: 4-2-3-1 / 4-4-1-1

Udinese: Silvestri-Mari-Becao-Perez-Zeegelaar-Arslan-Walace-Makengo-Molina-Beto-Deulofeu

SISTEMI DI GIOCO

  • Base: 3-5-2
  • Fase Di Possesso: 3-2-3-2
  • Fase Di Non Possesso: 5-3-2

L’analisi tattica

Quella che è andata in scena a San Siro non è stata sicuramente una partita ricca di sorprese dal punto di vista tattico, anzi le due squadre si sono affrontate cercando di proporre le proprie idee di gioco dal 1° al 90° minuto.

Il Milan ha iniziato la partita costruendo dal basso, seguendo il loro classico schema che vede i due centrali (Tomori e Romagnoli) che costruiscono con l’aiuto di uno dei due mediani (KessieTonali), che effettua una salida lavolpiana. Fin da subito però si nota la prima contromossa dell’Udinese, dettata dalla posizione di Beto e Deulofeu che vanno a schermare la giocata centrale, Pioli d’altra parte ha già pronta la contromisura e anticipa a sua volta Cioffi spostando Tonali sul centro destra, abbassando Messias a centrocampo e facendo salire Calabria sulla fascia. Questi adattamenti tattici consentono al Milan di creare maggior spazio in uscita poiché le posizioni di Calabria e Messias hanno come scopo reciproco di abbassare Zeegelaar e mettere in difficoltà Makengo, il quale si ritrova in una situazione in cui deve decidere se pressare Tonali, lasciando dietro di sé lo spazio a Messias, o restare in copertura e lasciare libera la giocata a Tonali (la stessa giocata viene poi eseguita anche sulla fascia opposta con Kessie che si abbassa sulla sinistra e Tonali al centro).

Significativa anche da un punto di vista statistico, la posizione di Tonali merita uno sguardo più ravvicinato, infatti il numero 8 rossonero ha giocato la maggior parte dei palloni proprio in quella zona del campo ed è una novità rispetto agli aggiustamenti tattici finora visti in casa Milan.

(Heat map palloni giocati da Tonali)

L’Udinese invece, non ha praticamente mai tentato la costruzione dal basso, ma è andata alla ricerca della costruzione diretta tramite lanci lunghi a cercare la sponda di Beto verso i compagni; in fase di non possesso, nel primo tempo, non hanno portato un pressing offensivo bensì una difesa di copertura, schierando un 5-3-2 che ha lasciato pochissimo spazio tra le linee al Milan, creando inoltre densità e superiorità numerica nella zona centrale del campo, costringendo i rossoneri a cercare soluzioni sulle fasce.

Siamo abituati ormai da quasi due anni a vedere nel gioco del Milan le sovrapposizioni invertite dei terzini che vengono dentro il campo e creano scompiglio nelle difese avversarie e anche contro l’Udinese si è rivelata una mossa vincente, soprattutto in occasione del primo gol della partita. Data l’impossibilità di sfondare centralmente il muro bianconero, le soluzioni rimanenti al Milan sono state le giocate sulla fascia e gli attacchi diretti alla ricerca di inserimenti; la chiave di volta è nell’attacco sulla fascia e del cambio di gioco ottenuto grazie all’accentramento di Calabria e Theo che convergendo verso il centro lasciano lo spazio a Tonali di sovrapporsi e di imbucare con un ottimo traversone l’inserimento di Leao che porta i suoi in vantaggio.

Nel secondo tempo la partita è cambiata radicalmente, l’Udinese ha alzato la pressione e il Milan, minuto dopo minuto, ha perso di intensità e convinzione non riuscendo a trovare un giro palla pulito ed efficace per uscire dalla pressione avversaria. Da un punto di vista tattico non ci sono stati stravolgimenti, anzi i principi di gioco sono stati gli stessi visti in precedenza (eccezion fatta per la maggiore pressione dell’Udinese), la reale differenza è stata riscontrata nell’aumento drastico di errori tecnici individuali e nel mismatch fisico che ha avvantaggiato alla lunga la squadra friulana.

Nell’ultima mezz’ora di gioco il Milan ha perso il 50% del totale dei palloni persi durante l’intero match, e ha visto dimezzarsi il numero di contrasti aerei vinti; al contrario dell’Udinese che invece ha mantenuto la sua costanza per tutti i 90 minuti senza incappare in variazioni così vertiginose. Emblematico del crollo psico-fisico del Milan è il gol segnato da Udogie (tocco di mano a parte), la squadra di Cioffi era ormai da diversi minuti a ridosso dell’area milanista e la mischia che porta al gol è frutto di due rimesse laterali consecutive nelle quali i giocatori rossoneri, nonostante fossero in netta superiorità numerica, non sono riusciti ad allontanare il pallone che alla fine è carambolato in rete.

Altro fattore determinante è stato Gerard Deulofeu, l’ex di turno si è rivelato essere una spina nel fianco per tutta la partita, non ha dato mai punti di riferimento alla retroguardia milanista, svariando su tutto il fronte offensivo si è reso pericoloso in tutti i ruoli che ricoperto durante i 90 minuti, dall’esterno destro a quello sinistro, dalla seconda punta al trequartista, Deulofeu è stato imprendibile e più volte è andato vicino al colpo grosso. Il gioco dello spagnolo, fatto di velocità, 1vs1 e rapidità nello stretto ha messo in crisi Romagnoli e compagni.

Si può concludere dicendo che la chiave della partita, più che tattica, sia stata soprattutto fisica, ma anche mentale, difatti la partita ha visto applicati pochi principi tattici sebbene siano stati ripetuti in continuità nell’arco dei 90 minuti. Ne esce sicuramente soddisfatta l’Udinese, che strappa un punto più che meritato e che continua sull’onda della buona prestazione contro la Lazio; diverso il discorso per il Milan che subisce l’ennesimo stop contro i friulani e il secondo pareggio di fila, condito da una prestazione opaca e poco incisiva.

Analisi tecnico-tattica di Angelo Testa

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